Presente anche Roselyn Hamel, sorella del sacerdote ucciso a Rouen. Al termine della liturgia, promossa da Sant’Egidio, l’incontro di Francesco con un gruppo di profughi
Sant’Egidio si prepara ad accogliere con gioia la visita di Papa Francesco nella basilica di San Bartolomeo, affidata alla Comunità e dedicata dal 1999 alla memoria dei “Nuovi Martiri” per volere di Giovanni Paolo II.
Nel corso della liturgia della Parola, che si svolgerà sabato 22 aprile a partire dalle 17 – e il cui programma è contenuto nel libretto diffuso oggi dalla Sala Stampa Vaticana – sono previsti gli interventi di parenti e amici di tre fra i tanti testimoni della fede, di cui si conserva la memoria nella chiesa dell’Isola Tiberina: Karl Schneider , figlio di Paul, pastore della Chiesa Riformata, ucciso nel 1939 nel campo di Buchenwald perché aveva definito gli obiettivi del nazismo al potere «inconciliabili con le parole della Bibbia»; Roselyne Hamel , sorella di padre Jacques, assassinato a Rouen, in Francia, il 26 luglio dell’anno scorso alla fine della messa; Francisco Hernandez Guevara, amico di William Quijano, un giovane di Sant’Egidio in Salvador, che venne ucciso nel settembre del 2009 perché, con le “Scuole della Pace” della Comunità, offriva agli adolescenti del quartiere in cui viveva un’alternativa alle Maras, le bande giovanili che seminano il terrore in questo Paese dell’America Centrale.
Papa Francesco, dopo la sua omelia, renderà omaggio alle sei cappelle laterali della basilica che conservano le reliquie dei martiri di Europa, Africa, America, Asia, del comunismo e del nazismo. Nel corso della liturgia saranno accese alcune candele per accompagnare ogni preghiera che verrà pronunciata in memoria dei testimoni della fede del XX secolo fino ai giorni nostri, dagli armeni e gli altri cristiani delle Chiese vittime dei massacri compiuti durante la prima guerra mondiale ai martiri della pace e del dialogo, come i monaci trappisti di Notre Dame de l’Atlas in Algeria e don Andrea Santoro in Turchia, da chi è stato ucciso dalla mafia, come don Pino Puglisi, fino ai tanti missionari che hanno dato, nel mondo, la loro vita per il Vangelo.
Papa Francesco, dopo la sua omelia, renderà omaggio alle sei cappelle laterali della basilica che conservano le reliquie dei martiri di Europa, Africa, America, Asia, del comunismo e del nazismo. Nel corso della liturgia saranno accese alcune candele per accompagnare ogni preghiera che verrà pronunciata in memoria dei testimoni della fede del XX secolo fino ai giorni nostri, dagli armeni e gli altri cristiani delle Chiese vittime dei massacri compiuti durante la prima guerra mondiale ai martiri della pace e del dialogo, come i monaci trappisti di Notre Dame de l’Atlas in Algeria e don Andrea Santoro in Turchia, da chi è stato ucciso dalla mafia, come don Pino Puglisi, fino ai tanti missionari che hanno dato, nel mondo, la loro vita per il Vangelo.
Un ricordo che attraverserà tutti i continenti accomunando nomi più conosciuti, come l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, insieme a tanti altri meno noti. Si pregherà anche per i vescovi Mar Gregorios Ibrahim, Paul Yazigi e padre Paolo Dall’Oglio, sequestrati ormai da tempo in Siria, di cui non si hanno ancora notizie.
Alla fine della preghiera, nei locali accanto alla basilica, Papa Francesco incontrerà un gruppo di profughi giunti in Italia con i corridoi umanitari, insieme a donne vittime della tratta e ad alcuni minori non accompagnati.
Alla fine della preghiera, nei locali accanto alla basilica, Papa Francesco incontrerà un gruppo di profughi giunti in Italia con i corridoi umanitari, insieme a donne vittime della tratta e ad alcuni minori non accompagnati.
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