I dati sono stati diffusi dal gruppo per i diritti umani della Malesia Suhakam, che denuncia la situazione nei centri detentivi del paese. Secondo quanto scritto nel report, i detenuti sono morti principalmente per infezioni ai polmoni, problemi cardiaci e leptospirosi.

Nel suo report del 2016, il gruppo, conosciuto con il suo nome malese Suhakam, ha affermato che più di 100 morti sono avvenute nei centri di detenzioni per i migranti e 521 sono state le morti in prigione tra il 2015 e il 2016, più della metà dei morti nei centri per migranti proviene dalla Birmania.
Secondo Suhakam gran parte delle morti deriva da malattie presenti in tutte le prigioni e i centri di detenzione e il governo dovrebbe cercare di migliorare le condizioni e l'assistenza sanitaria.
"C'è uno scarso interesse nei diritti umani dei detenuti", ha affermato il direttore Razali Ismail. "Questa attitudine si ritrova nelle priorità del governo nel bilancio e nelle risorse messe a disposizione". In particolare, secondo Ismail, nei centri di detenzione per migranti le persone vivono lunghi periodi senza la possibilità di movimento o di dormire in condizioni decenti, tanto da arrivare a vivere in situazioni "inumane".
Alcuni ex detenuti delle prigioni e dei centri per migranti hanno denunciato di aver vissuto ricevendo quantità di cibo non sufficienti, con scarse condizioni di igiene e mancanza di acqua, oltre ad aver affrontato malattie contagiose.
Questi testimoni raccontano inoltre delle violenze subite da loro o da altri detenuti. Il documento diffuso da Suhakam mostra che i detenuti sono morti principalmente per infezioni ai polmoni, problemi cardiaci e leptospirosi. Nessuna causa è stata attribuita alla morte di circa 50 persone.
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