Scontri e saccheggi a Caracas, accuse incrociate fra governo e opposizione
La spirale della violenza continua a imperversare in Venezuela, dove almeno 12 persone sono morte durante la notte scorsa in una serie di scontri e saccheggi in diversi punti di Caracas, al termine di una nuova giornata di mobilitazione di piazza convocata dall'opposizione contro il governo di Nicolas Maduro.
Undici persone hanno perso la vita in una zona commerciale di El Valle, nel sud della capitale: otto sono morte fulminate - riportano i media locali - mentre cercavano di saccheggiare un forno, le altre tre sono state uccise da spari di arma da fuoco. Le circostanze in cui sono avvenuti i saccheggi non sono ancora chiare.
Il deputato chavista Freddy Bernal, ha detto che "dirigenti dell'opposizione, alleati con bande criminali, hanno saccheggiato negozi a El Valle", ma l'opposizione ha respinto l'accusa. "Vogliamo smentire in modo assoluto le accuse infondate del governo, che prima arma e lancia per le strade la sua gente e ora ci viene a dire che non sono loro i responsabili della violenza", ha detto il presidente del Parlamento, in mano all'opposizione, Julio Borges.
Dall'inizio della nuova ondata di proteste anti-Maduro, il governo ha cercato di dimostrare che molte delle vittime della violenza sono stati uccise dall'opposizione, ma tranne in un caso - un sottoufficiale della Guardia Nazionale rimasto vittima, mercoledì scorso, apparentemente di un franco tiratore - finora non hanno presentato prove convincenti.
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