Una di loro, molto giovane, è stata trovata con un figlio molto piccolo, di meno di due anni, quindi concepito durate la prigionia e frutto di uno stupro.
La notizia delle 82 ragazze nigeriane rilasciate dopo un rapimento durato 3 anni ha reso felici tutti. Boko Haram le aveva prelevate con altre centinaia di compagne- che ancora non sono tornate a casa -da una scuola a Chibok perché per gli islamisti la donna non deve studiare. Ma purtroppo le giovani sono in condizioni precarie. Sono tutte molto magre e due di loro sono mutilate. Un'altra, giovanissima, aveva con se un figlio piccolo concepito durante la prigionia e frutto di uno stupro.
Sono le prime indicazioni che emergono sulla stampa nigeriana, diffuse da alcuni esponenti di un gruppo di autodifesa della città di Banki, la città dove ieri pomeriggio sono arrivate dopo essere state rilasciate al confine con il Camerun.
Una di loro ha un'amputazione a una gamba in seguito a bombardamento dell'esercito nigeriano, l'altra non ha più una mano per un' infezione. I loro volti ritratti nelle prime foto che stanno circolando mostrano gli sguardi smarriti e gli occhi vuoti di chi in questi lunghi 36 mesi ha visto e sentito solo orrore. Il percorso di rinascita per queste giovani donne sarà faticoso è lungo. Ma sarà per loro impossibile dimenticare un incubo così atroce.
Il rilascio. Sono state rilasciate dai terroristi islamici dopo intensi negoziati con il governo federale in cambio del rilascio di alcuni sospetti militanti islamici detenuti: lo ha dichiarato il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, che oggi riceverà le ragazze nella capitale Abuja.
Si tratta del rilascio negoziato finora più grande delle 276 studentesse, per lo più cristiane, che i terroristi islamici rapirono la notte del 14 aprile 2014 dal dormitorio della scuola femminile di Chibok, nel nord-est della Nigeria: un caso che ha avuto una eco mondiale, sollevando una campagna per il loro rilascio che ha coinvolto vip in tutto il pianeta. Dopo la liberazione di ieri, resta ancora sconosciuto il destino di 113 di loro.
Una di loro ha un'amputazione a una gamba in seguito a bombardamento dell'esercito nigeriano, l'altra non ha più una mano per un' infezione. I loro volti ritratti nelle prime foto che stanno circolando mostrano gli sguardi smarriti e gli occhi vuoti di chi in questi lunghi 36 mesi ha visto e sentito solo orrore. Il percorso di rinascita per queste giovani donne sarà faticoso è lungo. Ma sarà per loro impossibile dimenticare un incubo così atroce.
Il rilascio. Sono state rilasciate dai terroristi islamici dopo intensi negoziati con il governo federale in cambio del rilascio di alcuni sospetti militanti islamici detenuti: lo ha dichiarato il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, che oggi riceverà le ragazze nella capitale Abuja.
Si tratta del rilascio negoziato finora più grande delle 276 studentesse, per lo più cristiane, che i terroristi islamici rapirono la notte del 14 aprile 2014 dal dormitorio della scuola femminile di Chibok, nel nord-est della Nigeria: un caso che ha avuto una eco mondiale, sollevando una campagna per il loro rilascio che ha coinvolto vip in tutto il pianeta. Dopo la liberazione di ieri, resta ancora sconosciuto il destino di 113 di loro.
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