Un report UNICEF rivela una grave carenza di fondi per le attività assistenziali in Siria
L’UNICEF, per adempiere al suo mandato e mantenere le attività in Siria, ha chiesto 1,4 miliardi di dollari per le sue operazioni di emergenza nel 2017 all'interno della Siria e dei paesi limitrofi. Senza nuovi fondi, l'agenzia ONU stenta a mantenere le necessarie attività di soccorso
L’UNICEF lavora ormai da sette anni in Siria per fornire assistenza a oltre 6 milioni di bambini in Siria, e 2.5 milioni di rifugiati. Il conflitto, che non sembra aver fine, è la più grande crisi umanitaria e di dislocamento dalla Seconda Guerra Mondiale.
Per far fronte alla crisi, è necessaria un’iniezione di nuovi fondi per portare avanti attività critiche dell’UNICEF. Queste attività includono i servizi sanitari per oltre 1,2 milioni di bambini che vivono in campi, gli insediamenti informali e le comunità ospitanti, ma anche l’accesso alle cure sanitarie e ai trattamenti nutrizionali essenziali per quasi 5,4 milioni di bambini, l’assistenza monetaria alle famiglie – che aiuta a mantenere quasi mezzo milione di bambini a scuola – e la distribuzione di vestiti e coperte nei mesi invernali.
L’UNICEF, per adempiere al suo mandato e mantenere le attività in Siria, ha chiesto 1,4 miliardi di dollari per le sue operazioni di emergenza nel 2017 all’interno della Siria e nei vicini Libano, Giordania, Turchia, Iraq e Egitto. I paesi limitrofi, che già sostengono un gran numero di persone vulnerabili, hanno ricevuto l’80 per cento di tutti i profughi dalla Siria. La mancanza di fondi affligge anche le generose comunità ospitanti perché sta compromettendo seriamente la loro capacità di sostenere gli sforzi.
In un comunicato di venerdì, l’UNICEF ha reso noto che “senza l’iniezione di nuovi fondi, alcune attività critiche e salvaguardanti (…) sono a rischio serio per essere tagliati, con gravi conseguenze per i bambini siriani”. Il direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Geert Cappelaere, ha inoltre dichiarato: “Questa è la più grave mancanza di finanziamenti che l’UNICEF ha avuto fin da quando abbiamo iniziato a rispondere alla crisi siriana, una delle maggiori operazioni umanitarie nella storia dell’organizzazione”.
Non è solo l’UNICEF a soffrire per la mancanza di fondi. I programmi d’aiuto dell’ONU sono in difficoltà a causa di carenze critiche di finanziamenti durante la crisi siriana. L’agenzia di rifugiati dell’ONU ha dichiarato di aver ottenuto solo 29 milioni di dollari dai 153 milioni di dollari che aveva richiesto per soddisfare le esigenze umanitarie nella Siria settentrionale.
Infine, l’UNICEF ha fatto un appello all’ONU per incoraggiare una serie di azioni immediate per porre fine alla guerra in Siria. Al netto delle sorti del conflitto, però, è necessario assicurare nel frattempo la protezione dei civili e i diritti dei bambini. Senza i fondi necessari, infatti, l’UNICEF e le altre organizzazioni ONU stenterannno a mantenere le necessarie attività di soccorso.
Per far fronte alla crisi, è necessaria un’iniezione di nuovi fondi per portare avanti attività critiche dell’UNICEF. Queste attività includono i servizi sanitari per oltre 1,2 milioni di bambini che vivono in campi, gli insediamenti informali e le comunità ospitanti, ma anche l’accesso alle cure sanitarie e ai trattamenti nutrizionali essenziali per quasi 5,4 milioni di bambini, l’assistenza monetaria alle famiglie – che aiuta a mantenere quasi mezzo milione di bambini a scuola – e la distribuzione di vestiti e coperte nei mesi invernali.
L’UNICEF, per adempiere al suo mandato e mantenere le attività in Siria, ha chiesto 1,4 miliardi di dollari per le sue operazioni di emergenza nel 2017 all’interno della Siria e nei vicini Libano, Giordania, Turchia, Iraq e Egitto. I paesi limitrofi, che già sostengono un gran numero di persone vulnerabili, hanno ricevuto l’80 per cento di tutti i profughi dalla Siria. La mancanza di fondi affligge anche le generose comunità ospitanti perché sta compromettendo seriamente la loro capacità di sostenere gli sforzi.
In un comunicato di venerdì, l’UNICEF ha reso noto che “senza l’iniezione di nuovi fondi, alcune attività critiche e salvaguardanti (…) sono a rischio serio per essere tagliati, con gravi conseguenze per i bambini siriani”. Il direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Geert Cappelaere, ha inoltre dichiarato: “Questa è la più grave mancanza di finanziamenti che l’UNICEF ha avuto fin da quando abbiamo iniziato a rispondere alla crisi siriana, una delle maggiori operazioni umanitarie nella storia dell’organizzazione”.
Non è solo l’UNICEF a soffrire per la mancanza di fondi. I programmi d’aiuto dell’ONU sono in difficoltà a causa di carenze critiche di finanziamenti durante la crisi siriana. L’agenzia di rifugiati dell’ONU ha dichiarato di aver ottenuto solo 29 milioni di dollari dai 153 milioni di dollari che aveva richiesto per soddisfare le esigenze umanitarie nella Siria settentrionale.
Infine, l’UNICEF ha fatto un appello all’ONU per incoraggiare una serie di azioni immediate per porre fine alla guerra in Siria. Al netto delle sorti del conflitto, però, è necessario assicurare nel frattempo la protezione dei civili e i diritti dei bambini. Senza i fondi necessari, infatti, l’UNICEF e le altre organizzazioni ONU stenterannno a mantenere le necessarie attività di soccorso.
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