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Il governo ugandese e il Programma alimentare mondiale, (Pam) sono stati costretti a ridurre le razioni alimentari per i rifugiati.
L’Uganda ospita il più grande numero di profughi in Africa, 1,2 milioni, di cui 900 mila provenienti dal Sud Sudan. L’enorme afflusso ha visto ridurre le razioni alimentari del 50 per cento, ad eccezione dei rifugiati che sono venuti prima del luglio 2015, riporta Anadolu.
Il taglio è stato il risultato di una mancanza di cibo nel paese e di finanziamenti. L’Uganda la prossima settimana ospita il Summit della Solidarietà per i Rifugiati a Kampala, sono necessari 19 milioni di dollari per pagare 16 mila tonnellate di assistenza alimentare ai rifugiati nell’insediamento. Il vertice organizzato congiuntamente dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dalle Nazioni Unite e dal governo dell’Uganda dovrebbe aumentare di 8 miliardi di dollari per sostenere i rifugiati nei prossimi quattro anni. Tra il volume dei bisogni e la catena dei finanziamenti c’è un deficit di 64 milioni di dollari.
In una dichiarazione rilasciata il 14 giugno, il Consiglio Mondiale per i Rifugiati ha dichiarato che la politica dei rifugiati dell’Uganda è stata sottoposta a dura prova, poiché il paese combatte per alimentare migliaia di profughi Sud Sudanesi.
Durante l’anno scorso, circa 40 mila profughi sudanesi sono entrati in Uganda ogni mese, di cui l’86 per cento sono donne e bambini.
Il ministero ugandese per i Rifugiati ha affermato che la riduzione delle razioni alimentari ha avuto implicazioni nella diffusione della malnutrizione; la mancanza di cibo è attribuibile alla siccità dello scorso anno.
In assenza di un buon raccolto, invece di integrare l’alimentazione fornita dal Pam, Kampala deve sfamare i sud sudanesi al 100 per cento.
L’Uganda ha tradizionalmente adottato un approccio progressivo per ospitare i rifugiati, offrendo loro la libertà di movimento e l’accesso immediato al proprio mercato del lavoro, nonché sviluppando approcci innovativi per sostenerne l’autosufficienza, afferma il Consiglio Mondiale per i Rifugiati, che però chiede ad «altre nazioni di condividere la responsabilità della protezione dei rifugiati, aiutare le comunità ospitanti e fornire un sostegno forte durante il Vertice della solidarietà sui rifugiati».
Maddalena Ingroia
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