Nonostante la scarsa attenzione dei media italiani e internazionali, in Yemen la più grave epidemia di colera dallo scorso autunno, sta facendo quasi una vittima ogni ora. Il contesto umanitario peggiora di giorno in giorno e la comunità internazionale non può starsene con le mani in mano.
Basti pensare che secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in sole cinque settimane – tra il 27 aprile e il 3 giugno – il picco epidemico ha causato circa 789 vittime e oltre 86 mila casi sospetti (2.777 al giorno solo nell'ultima settimana).
Un dato atroce, in un paese devastato da due anni di un conflitto e dove oltre 7 milioni di persone sono senza cibo, con 460 mila bambini sotto i 5 anni già colpiti da malnutrizione.
Quasi ventisette mesi di guerra e bombardamenti hanno causato oltre 6 mila vittime, distrutto scuole, fabbriche, sistemi idrici e quasi la metà delle strutture sanitarie, portando 14,8 milioni di persone a non aver accesso alle cure di base. In un contesto del genere, quella che è di fatto una malattia prevenibile e curabile come il colera, rischia di colpire oltre 150 mila persone già nei prossimi mesi.
Uomini, donne e bambini che senza un sforzo umanitario massiccio e immediato potrebbero non avere un futuro. Già perché in Yemen, un intero popolo continua a fare le spese di una situazione, a cui sembra non si voglia trovare una soluzione politica in grado di tener conto di un dato, all'apparenza scontato: fin tanto che la guerra sarà in corso, intere fasce della popolazione rimarranno tagliate fuori dal lavoro di aiuto che con grande fatica le organizzazioni umanitarie portano avanti ogni giorno.
Proprio in questi giorni noi di Oxfam abbiamo rilanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché faccia pressione sulle parti in conflitto per raggiungere prima possibile un cessate il fuoco. Un passo cruciale senza il quale di fatto l'epidemia in corso potrebbe trasformarsi in una delle più gravi del secolo.
Finalmente il mese scorso i donatori e la comunità internazionale si sono impegnati allo stanziamento di circa 1,2 miliardi di dollari. Ebbene, adesso è il momento di mantenere quella promessa perché la popolazione yemenita non può più aspettare.
Noi di Oxfam dal luglio 2015 abbiamo portato acqua pulita e servizi igienici a oltre 920 mila persone, tra cui 380 mila bambini, grazie alla campagna Saving Lives.
Un dato atroce, in un paese devastato da due anni di un conflitto e dove oltre 7 milioni di persone sono senza cibo, con 460 mila bambini sotto i 5 anni già colpiti da malnutrizione.
Quasi ventisette mesi di guerra e bombardamenti hanno causato oltre 6 mila vittime, distrutto scuole, fabbriche, sistemi idrici e quasi la metà delle strutture sanitarie, portando 14,8 milioni di persone a non aver accesso alle cure di base. In un contesto del genere, quella che è di fatto una malattia prevenibile e curabile come il colera, rischia di colpire oltre 150 mila persone già nei prossimi mesi.
Uomini, donne e bambini che senza un sforzo umanitario massiccio e immediato potrebbero non avere un futuro. Già perché in Yemen, un intero popolo continua a fare le spese di una situazione, a cui sembra non si voglia trovare una soluzione politica in grado di tener conto di un dato, all'apparenza scontato: fin tanto che la guerra sarà in corso, intere fasce della popolazione rimarranno tagliate fuori dal lavoro di aiuto che con grande fatica le organizzazioni umanitarie portano avanti ogni giorno.
Proprio in questi giorni noi di Oxfam abbiamo rilanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché faccia pressione sulle parti in conflitto per raggiungere prima possibile un cessate il fuoco. Un passo cruciale senza il quale di fatto l'epidemia in corso potrebbe trasformarsi in una delle più gravi del secolo.
Finalmente il mese scorso i donatori e la comunità internazionale si sono impegnati allo stanziamento di circa 1,2 miliardi di dollari. Ebbene, adesso è il momento di mantenere quella promessa perché la popolazione yemenita non può più aspettare.
Noi di Oxfam dal luglio 2015 abbiamo portato acqua pulita e servizi igienici a oltre 920 mila persone, tra cui 380 mila bambini, grazie alla campagna Saving Lives.
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