Il dissidente cinese Liu Xiaobo è morto, aveva 61 anni. Ancora in mattinata la Cina aveva continuato a resistere alle pressioni della comunità internazionale per consentire a Xiaobo, premio Nobel per la Pace malato terminale di cancro, di essere curato all’estero.
Stati Uniti e Germania avevano espresso preoccupazione per le sorti del 61enne scrittore, che era in custodia piantonato in ospedale nel nordest della Cina.
Il portavoce del ministero cinese, Geng Shuang, aveva ribadito la linea classica del governo: “Speriamo che i Paesi interessati possano rispettare la sovranità giudiziaria della Cina e astenersi dall’interferire nelle questioni interne della Cina sotto il pretesto di un caso individuale”.
Nato il 28 dicembre 1955, Liu Xiaobo era un critico letterario e uno scrittore, attivista per la democrazia e per i diritti umani.
Tra il 2003 e il 2007 è stato presidente dell’Independent Chinese Pen Center e dal 1990 presidente della rivista Minzhu Zhongguo (Cina Democratica). Il suo attivismo per la democrazia nasce con le proteste a Piazza Tiananmen del 1989. Da allora è stato imprigionato per motivi politici in quattro occasioni: 1989-1990, 1995-1996, 1996-1999 e nel 2009.
Dopo aver firmato, con altri dissidenti, il documento intitolato Carta 08 (ispirato a Carta 77 della ex Cecoslovacchia), in cui venivano chieste maggiori libertà e il rispetto dei diritti umani, Liu viene arrestato nel giugno del 2009 con l’accusa di “fomentare la sovversione”.
Il portavoce del ministero cinese, Geng Shuang, aveva ribadito la linea classica del governo: “Speriamo che i Paesi interessati possano rispettare la sovranità giudiziaria della Cina e astenersi dall’interferire nelle questioni interne della Cina sotto il pretesto di un caso individuale”.
Nato il 28 dicembre 1955, Liu Xiaobo era un critico letterario e uno scrittore, attivista per la democrazia e per i diritti umani.
Tra il 2003 e il 2007 è stato presidente dell’Independent Chinese Pen Center e dal 1990 presidente della rivista Minzhu Zhongguo (Cina Democratica). Il suo attivismo per la democrazia nasce con le proteste a Piazza Tiananmen del 1989. Da allora è stato imprigionato per motivi politici in quattro occasioni: 1989-1990, 1995-1996, 1996-1999 e nel 2009.
Dopo aver firmato, con altri dissidenti, il documento intitolato Carta 08 (ispirato a Carta 77 della ex Cecoslovacchia), in cui venivano chieste maggiori libertà e il rispetto dei diritti umani, Liu viene arrestato nel giugno del 2009 con l’accusa di “fomentare la sovversione”.
Nel dicembre dello stesso anno viene condannato a 11 anni di carcere e imprigionato a Jinzhou, nella provincia Liaoning.
Nel 2010 viene insignito del premio Nobel per la Pace per “la sua lunga lotta non violenta per i diritti umani fondamentali in Cina”, diventando il primo cinese a ricevere il premio vivendo in Cina.
Liu Xiaobo è stata la terza persona a ricevere il Nobel durante la prigionia, dopo Carl von Ossietzky, in Germania, nel 1935, e Aung San Suu Kyi, nel Myanmar, nel 1991, e la seconda persona, dopo Ossietzky, a cui è stato negato il diritto di mandare un proprio rappresentante a ricevere il premio.
Nel 2010 viene insignito del premio Nobel per la Pace per “la sua lunga lotta non violenta per i diritti umani fondamentali in Cina”, diventando il primo cinese a ricevere il premio vivendo in Cina.
Liu Xiaobo è stata la terza persona a ricevere il Nobel durante la prigionia, dopo Carl von Ossietzky, in Germania, nel 1935, e Aung San Suu Kyi, nel Myanmar, nel 1991, e la seconda persona, dopo Ossietzky, a cui è stato negato il diritto di mandare un proprio rappresentante a ricevere il premio.
Liu Xiaobo sarebbe è il primo premio Nobel per la pace a morire privato della libertà dopo il giornalista tedesco von Ossietzky, morto nel 1938 in ospedale mentre era ancora sotto custodia dei nazisti.
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