Cinque preti hanno affrontato i mezzi venerdì per evitare che la situazione tesa, tra la Guardia nazionale bolivariana (Gnb) e manifestanti nella città di Ejido, nello Stato di Mérida, degenerasse.
Hanno affrontato i blindati, per evitare un massacro. Alcuni sacerdoti cattolici sono intervenuti ieri per evitare che una situazione tesa di contrasto tra la Guardia nazionale bolivariana (Gnb) e manifestanti nella città di Ejido, nello Stato di Mérida, potesse degenerare e avere conseguenze cruente.
Foto diffuse attraverso l'account twitter della Conferenza episcopale del Venezuela - come ha riferito anche l'agenzia Fides - documentano l'iniziativa di cinque sacerdoti - i padri Carlos, Abdon, Gabriel, Javier e José Gregorio - che hanno assunto il ruolo di mediatori tra esercito e manifestanti, quando quando i carri armatidella Gnb si sono avvicinati alla folla che partecipava ai funerali di Rafael Vergara, un giovane morto in una delle tante manifestazioni di protesta in corso in Venezuela. Intorno alle 15.30, i sacerdoti hanno interrotto il funerale e si sono diretti verso i militari, per chiedere loro di ritirarsi.
Anche negli ultimi giorni, diverse persone sono morte negli scontri violenti tra manifestanti e forze di sicurezza verificatisi in tutto il Paese, soprattutto in occasione dello sciopero generale di 48 ore indetto dall'opposizione e da diversi settori della società civile per chiedere al governo l'annullamento delle elezioni dell'Assemblea Costituente, in programma domani 30 luglio. E la tensione resta altissima per il boicottaggio promosso dall'opposizione.
Anche venerdì un altro giovane è stato ucciso da un colpo da arma da fuoco mentre partecipava a una manifestazione a San Cristobal, nello stato venezuelano di Tachira: le proteste che da quasi quattro mesi sconvolgono il Paese sono state segnate a tutt'oggi da 115 morti.
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