Si è tenuta lo scorso 28 giugno la cerimonia conclusiva di un progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana nel carcere di Roumieh, la struttura penitenziaria più grande del Libano con i suoi circa 3.000 detenuti.
A questo appena concluso seguirà un altro progetto, per un finanziamento complessivo di circa 3 milioni di euro, al fine di migliorare le condizioni di detenzione e la tutela dei diritti umani nelle carceri del Paese, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili (donne, minori, malati mentali).
L'iniziativa rappresenta una risposta concreta alla richiesta avanzata dal Governo Libanese, durante la conferenza di Londra del 2016, di un ulteriore sostegno nel processo di miglioramento del settore carcerario.
L'iniziativa rappresenta una risposta concreta alla richiesta avanzata dal Governo Libanese, durante la conferenza di Londra del 2016, di un ulteriore sostegno nel processo di miglioramento del settore carcerario.
Tra i programmi sviluppati nel sistema carcerario libanese le maggiori attività sono concentrate a Roumieh, effettuate tramite l'Agenzia Onu Unodc e in stretta collaborazione con il Ministero degli interni.
Il progetto è iniziato nell'ottobre 2015 e prevede il miglioramento delle condizioni in tre settori: alimentare, con l'attivazione di una cucina industriale, con attività di training, sicurezza alimentare e igiene, con l'obiettivo di creare opportunità lavorative per i detenuti per un futuro reinserimento sociale a fine pena; servizi di base e attività ricreative per i minori, comprensivi di supporto psicosociale; riabilitazione della struttura che ospita circa 50 detenuti in stato di infermità mentale, chiamata "Blue House".
Nel corso della cerimonia Simona De Martino, consigliere dell'Ambasciata d'Italia, ha sottolineato l'importanza di sostenere anche in questo delicato settore le tematiche del rispetto dei diritti umani. Inoltre, ha annunciato il lancio della prossima fase del progetto che sarà attuata, in accordo con le autorità locali su vasta scala.
Il consigliere del ministro dell'Interno, Mounir Chaaban, ha comunicato che l'attuale ministro è sempre più impegnato per migliorare le condizioni di vita nelle prigioni e ha espresso apprezzamento per il sostegno continuo di Unodc e del Governo italiano. Chaaban ha anche sottolineato l'interesse del Ministero a estendere ulteriormente i positivi risultati raggiunti nel quadro del progetto. Raja Abi Nader, direttore dell'Amministrazione penitenziaria presso il Ministero della Giustizia, ha infine elogiato il successo del progetto e suoi risultati. Ha anche ringraziato l'Unodc e l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per il lavoro svolto.
Il progetto è iniziato nell'ottobre 2015 e prevede il miglioramento delle condizioni in tre settori: alimentare, con l'attivazione di una cucina industriale, con attività di training, sicurezza alimentare e igiene, con l'obiettivo di creare opportunità lavorative per i detenuti per un futuro reinserimento sociale a fine pena; servizi di base e attività ricreative per i minori, comprensivi di supporto psicosociale; riabilitazione della struttura che ospita circa 50 detenuti in stato di infermità mentale, chiamata "Blue House".
Nel corso della cerimonia Simona De Martino, consigliere dell'Ambasciata d'Italia, ha sottolineato l'importanza di sostenere anche in questo delicato settore le tematiche del rispetto dei diritti umani. Inoltre, ha annunciato il lancio della prossima fase del progetto che sarà attuata, in accordo con le autorità locali su vasta scala.
Il consigliere del ministro dell'Interno, Mounir Chaaban, ha comunicato che l'attuale ministro è sempre più impegnato per migliorare le condizioni di vita nelle prigioni e ha espresso apprezzamento per il sostegno continuo di Unodc e del Governo italiano. Chaaban ha anche sottolineato l'interesse del Ministero a estendere ulteriormente i positivi risultati raggiunti nel quadro del progetto. Raja Abi Nader, direttore dell'Amministrazione penitenziaria presso il Ministero della Giustizia, ha infine elogiato il successo del progetto e suoi risultati. Ha anche ringraziato l'Unodc e l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per il lavoro svolto.
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