"Questo non è il tuo posto": uomo di orgine bengalese picchiato per una casa popolare a Roma
È accaduto lunedì scorso in largo Mengaroni.
È accaduto lunedì scorso in largo Mengaroni.
L'uomo, cittadino italiano, ha denunciato la vicenda al commissariato di polizia Casilino Nuovo.
Howlader Dulal |
Picchiato perché di origine bengalese, ancorché con cittadinanza italiana, beneficiario di un alloggio popolare. È quanto accaduto lunedì scorso a Howlader Dulal di 52 anni, a Tor Bella Monaca. L'uomo ha denunciato la vicenda al commissariato di polizia Casilino Nuovo. Secondo quanto raccontato alla polizia, ad aggredirlo con calci e pugni, in largo Ferruccio Mengaroni, sono stati quattro ragazzi italiani tra i 20 e i 25 anni ai quali stava chiedendo informazioni per raggiungere l'abitazione popolare assegnatagli dal Comune. "Qui non c'è posto per te. Lascia stare le case popolari", avrebbero detto i ragazzi strappandogli le carte che aveva in mano prima di aggredirlo brutalmente. "Abbiamo presentato denuncia per lesioni con aggravante dello sfondo razziale", ha spiegato Paolo Palma, l'avvocato che difende il 52enne.
Dulal che è in Italia da 26 anni e lavora regolarmente in un ristorante, è perfettamente integrato e al momento vive con tutta la famiglia in un appartamento di 40 metri quadri. "Lui lavora, ha un figlio laureato - spiega Palma - e un altro disabile come disabile è anche lui perché cardiopatico". "È nono in graduatoria tra gli aventi diritto all'alloggio popolare. Dopo l'aggressione, in comune gli è stato detto di portare la denuncia così gli avrebbero cercato un altro alloggio in un luogo diverso. È inaccettabile", denuncia il legale, "che il dipartimento non accompagni le persone a visionare gli alloggi assegnati e li abbandoni al proprio destino senza verificare se l'alloggio sia realmente libero oppure occupato abusivamente".
A dicembre dello scorso anno alcuni abitanti di via Filottrano, a San Basilio, erano scesi in strada per evitare che la famiglia assegnataria, marito e moglie marocchini con tre bambini, prendesse possesso di un alloggio Ater. "Non vogliamo negri nè stranieri qui, ma soltanto italiani" ripetevano i manifestanti ai caschi bianchi del gruppo sicurezza pubblica emergenziale e gruppo Tiburtino. La famiglia ha poi ottenuto un alloggio a Tor Sapienza.
A gennaio alcune decine di militanti di estrema destra hanno organizzato un picchetto bloccando, di fatto, l’ingresso al condominio a una famiglia egiziana, legittima assegnataria di un alloggio Ater, e facendo intanto rientrare nella casa i due giovani italiani che la occupavano abusivamente.
Dulal che è in Italia da 26 anni e lavora regolarmente in un ristorante, è perfettamente integrato e al momento vive con tutta la famiglia in un appartamento di 40 metri quadri. "Lui lavora, ha un figlio laureato - spiega Palma - e un altro disabile come disabile è anche lui perché cardiopatico". "È nono in graduatoria tra gli aventi diritto all'alloggio popolare. Dopo l'aggressione, in comune gli è stato detto di portare la denuncia così gli avrebbero cercato un altro alloggio in un luogo diverso. È inaccettabile", denuncia il legale, "che il dipartimento non accompagni le persone a visionare gli alloggi assegnati e li abbandoni al proprio destino senza verificare se l'alloggio sia realmente libero oppure occupato abusivamente".
A dicembre dello scorso anno alcuni abitanti di via Filottrano, a San Basilio, erano scesi in strada per evitare che la famiglia assegnataria, marito e moglie marocchini con tre bambini, prendesse possesso di un alloggio Ater. "Non vogliamo negri nè stranieri qui, ma soltanto italiani" ripetevano i manifestanti ai caschi bianchi del gruppo sicurezza pubblica emergenziale e gruppo Tiburtino. La famiglia ha poi ottenuto un alloggio a Tor Sapienza.
A gennaio alcune decine di militanti di estrema destra hanno organizzato un picchetto bloccando, di fatto, l’ingresso al condominio a una famiglia egiziana, legittima assegnataria di un alloggio Ater, e facendo intanto rientrare nella casa i due giovani italiani che la occupavano abusivamente.
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