Solo un anno fa, la produzione agricola della regione di Equatoria era sufficiente a sfamare milioni di sud-sudanesi. Da quando la guerra civile scoppiata nel 2013 è arrivata lì, il granaio è diventato un campo di morte, teatro di ripetuti crimini di guerra, e quasi un milione di persone si è riversato nella vicina Uganda.
Per quasi tre anni la regione era stata prevalentemente risparmiata dal conflitto. Intorno alla metà del 2016 sia le forze fedeli al presidente Salva Kiir che quelle legate all'ex presidente Riek Machar si sono dirette verso Yei, un centro strategico di 300.000 abitanti 150 chilometri a sud-ovest della capitale Giuba, lungo un'importante arteria commerciale verso l'Uganda e la Repubblica Democratica del Congo.
Una missione di ricerca di Amnesty International è appena tornata dal Sud Sudan e ha reso noto ieri quanto ha visto: uomini, donne e bambini uccisi, pugnalati a morte coi machete e bruciati vivi nelle loro abitazioni; donne e ragazze rapite e sottoposte a stupri di gruppo; abitazioni, scuole, ambulatori e uffici delle organizzazioni umanitarie razziati, vandalizzati e rasi al suolo.
La maggior parte delle violazioni delle leggi di guerra chiama in causa le forze governative, appoggiate da milizie locali tra cui la famigerata e impunita "Mathian Anyoor" (composta per lo più da giovani combattenti di etnia dinka) ma, sebbene su scala minore, anche i gruppi armati di opposizione hanno compiuto gravi abusi.
Tutto questo è ancora in corso, sotto gli occhi della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite. Il cibo è usato come arma di guerra. Sia il governo che i gruppi di opposizione hanno bloccato le forniture in determinate zone, si dedicano a saccheggiare i mercati e le abitazioni private e prendono di mira chi prova a passare lungo la linea del fronte anche con una minima quantità di cibo.
Ognuna delle parti accusa i civili di passare cibo a quella avversa o di essere sfamata da questa.
A Yei, dove la maggior parte degli abitanti è fuggita nel corso dell'ultimo anno, i pochi civili rimasti sono praticamente sotto assedio. Non potendo più andare in cerca di cibo nei campi, soffrono per la grave penuria di prodotti alimentari.
Il 22 giugno le Nazioni Unite hanno ammonito che l'insicurezza alimentare ha raggiunto livelli senza precedenti in Sud Sudan.
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