Istanbul - "Nuriye e Semih non devono morire. I diritti del lavoro devono essere restituiti". Recita così un appello lanciato stamani su 4 giornali di opposizione in Turchia da 111 intellettuali, artisti, parlamentari e attivisti nel 111/o giorno di sciopero della fame di Nuriye Gulmen e Semih Ozakca, i due docenti epurati e arrestati dopo il fallito golpe, diventati il simbolo della protesta contro le purghe di Recep Tayyip Erdogan.
All'appello hanno aderito molti nomi noti del mondo della cultura turca, dalla scrittrice Elif Safak al regista Ferzan Ozpetek, dagli scrittori Asli Erdogan e Burhan Sonmez al giornalista in esilio e ricercato Can Dundar.
Nel messaggio, si ricorda come i docenti in sciopero della fame siano "solo 2 di 5 mila accademici, 50 mila insegnanti e 150 mila lavoratori" epurati con decreti dello stato d'emergenza in Turchia.
Cacciati rispettivamente dall'università Selcuk e da una scuola elementare, Gulmen e Ozakca sono stati arrestati a maggio con l'accusa di legami con il gruppo di estrema sinistra Dhkp-c, classificato da Ankara come "terrorista".
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