I numeri della Fondazione Moressa parlano chiaro: degli 800mila bambini potenziali beneficiari della riforma il 16,1% professa religione cattolica o protestante, il 28% ortodossa, il 38,4% islamica, l’1,8% buddista e il 3,1% induista
C’è da chiedersi chi abbia paura di questi 800mila bambini italiani de facto. Lo studio della Fondazione Leone Moressa riportato da Repubblica fa ordine sui potenziali beneficiari della riforma dello ius soli, quella su cui Angelino Alfano – al massimo dell’italianismo possibile – dice di non avere alcuna obiezione ma, al contempo, di trovare non opportuna. Chissà, forse collega i sacrosanti diritti di cittadinanza alle cronache sugli attentati o sugli sgomberi, contribuendo ad accreditare nell’opinione pubblica un collegamento che non esiste. Peggio, tossico.
I numeri dell’indagine parlano da soli. Dando una mano, se ce ne fosse bisogno, a smontare ulteriormente la bufala dell’islamizzazione dell’Italia tanto cara alla nebulosa della sgangherata alt right tricolore cacciata a fischi e pernacchie perfino dalle pacifiche comunità parrocchiali delle chiese pistoiesi (vedi alla voce don Biancalani). Secondo lo studio, i ragazzi a cui si applicherebbe la nuova legge qualora fosse approvata (difficilissimo) dal Senato, dove promette d’impantanarsi, sarebbero 800.600, l’80% dei minori stranieri residenti in Italia. Il restante 20% non presenterebbe evidentemente i requisiti legati ai genitori o ai cicli scolastici seguiti nel nostro Paese. A regime diventerebbero poco meno di 60mila nuovi italiani ogni anno.
Il dato è ricavato dai numeri degli alunni stranieri in Italia nell’anno scolastico 2015/2016: 815mila ragazzi che, come si capisce, coinciderebbero in buona parte – in virtù della nascita italiana da un genitore con regolare permesso di soggiorno Uedi lungo periodo o del cosiddetto ius culturae, cioè l’arrivo entro i 12 anni e un ciclo scolastico di almeno cinque – con la platea dei beneficiari.
Simone Cosimi