Negli ultimi tempi la Repubblica del Camerun è finita al centro delle cronache per il mancato rispetto dei diritti umani.
Nel mirino delle autorità ci sono sospettati di terrorismo e omosessuali che subiscono persecuzioni e violenze. La crisi economica e delle garanzie si estende anche nelle zone di foresta, dove la tribù dei Baka vede ogni giorno la negazione alle proprietà e alle risorse.
Le torture ai presunti fiancheggiatori del terrorismo. Solo perché sospettati di appoggiare la strategia di Boko Aram, le forze dell'ordine camerunensi riserva loro trattamenti di violenza. Secondo il rapporto "Stanze segrete di tortura in Camerun: violazioni dei diritti umani e crimini di guerra nella lotta contro Boko haram" elaborato da Amnesty International, tra il 2013 e il 2017 ci sarebbero stati 101 casi di avvenute torture.
Ci sarebbero 24 metodi diversi che le forze del Camerun riservano ai detenuti: dal pestaggio a sangue all'annegamento fino alla costrizione in posizioni lancinanti. Quest'ultimo trattamento sembra il più crudele. Alcuni detenuti hanno raccontato della posizione "della capra", cioè l'immobilizzazione degli arti dietro la schiena e le percosse.
Un'altra tecnica adoperata ai danni dei sospettati è "l'oscillazione", con le vittime appese con gli arti legati dietro la schiena e picchiati. Trattamenti che descrivono la totale mancanza di garanzia nei confronti di altri esseri umani, seppur sospettati di sposare la teorie stragiste.
"Abbiamo condannato ripetutamente e inequivocabilmente le atrocità e i crimini di guerra commessi da Boko haram - ha detto Alioune Tine, direttore di Amnesty International per l'Africa occidentale e centrale, ma nulla potrebbe giustificare la pratica della tortura commessa dalle forze di sicurezza contro i civili, spesso arrestati senza alcuna prova e costretti a sopportare dolori inimmaginabili".
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di Matteo Melani
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di Matteo Melani
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