Nabil Rajab, presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein, si è visto rinviare ancora una volta, e sono ormai quasi 20, il processo. Da mesi ricoverato in un ospedale gestito dal ministero dell'Interno, Rajab sta già scontando una condanna a due anni, emessa il 10 luglio per "pubblicazione e diffusione di voci e notizie false relative alla situazione interna del paese", a causa di due interviste rilasciate nel 2015 e nel 2016.
Non si conosce ancora la data dell'appello.
Il processo rinviato oggi riguarda invece due tweet con cui Rajab aveva criticato l'intervento militare in Yemen e aveva denunciato, le torture compiute nel 2015 nella prigione di Jaw a seguito di una rivolta.
Rischia 15 anni di carcere per "diffusione di notizie false in tempo di guerra", "offesa a un pubblico ufficiale" (il ministro dell'Interno) e "offesa a un paese straniero". La prossima udienza per Rajab è prevista il 19 novembre. Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani continuano a chiedere il suo rilascio immediato e incondizionato.
di Riccardo Noury
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