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lunedì 23 ottobre 2017

Iran - Condanna a morte per Ahmadreza Djalali, ricercatore di 46 anni.

La Stampa
É stato condannato a morte il ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, 46 anni, detenuto a Teheran dall’aprile 2016 quando era stato arrestato con l’accusa di spionaggio. 

Ahmadreza Djalali
Lavorava al Centro di ricerca sulla medicina dei disastri di Novara e i primi a mobilitarsi per lui furono proprio gli amici e colleghi dell’Università del Piemonte Orientale che per mesi hanno sostenuto una campagna mediatica e diplomatica per la sua liberazione al fianco di Amnesty, con il supporto dei senatori Manconi e Ferrara. Non è bastato.

Il medico, ricercatore ad altissimo livello, è stato giudicato colpevole e condannato a morte al termine di un processo iniziato in modo lentissimo, dopo la ricusazione di due avvocati di fiducia di Djalali, e nel più totale riserbo e poi conclusosi dopo sole due udienze e sabato la lettura della sentenza all’avvocato. 

Al momento dell’arresto il ricercatore si trovava in Iran per un convegno medico, si era trasferito con la famiglia in Svezia all’inizio del 2016 dopo un soggiorno di oltre due anni a Novara. La moglie Vida è biologa, la coppia ha due figli di sei e 15 anni.

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