"E' una misura disumana", ha detto Jorge Mario Bergoglio che ha chiesto scusa per le esecuzioni avvenute nello Stato pontificio "trascurando la misericordia". La terza richiesta di perdono fatta da Francesco, dopo quelle ai valdesi e ai pentecostali italiani
Sulla pena di morte la Chiesa ha sbagliato e anche il Catechismo va cambiato. Papa Francesco fa quello che nessun dei suoi predecessori ha mai fatto e pronuncia un articolato “mea culpa” per il fatto che “purtroppo anche nello Stato pontificio si è fatto ricorso a questo estremo e disumano rimedio, trascurando il primato della misericordia sulla giustizia”. Si tratta del terzo mea culpa di Francesco dopo le scuse alla comunità valdese per le persecuzioni cattoliche durante il viaggio a Torino fatto nel 2015 e dopo la richiesta di perdono ai pentecostali, durante la visita a Caserta al suo amico il pastore Giovanni Traettino, per le persecuzioni fasciste nei loro confronti appoggiate anche dalla Chiesa.
Il Papa ha detto queste parole in un discorso in occasione dell’anniversario della promulgazione, venticinque anni fa, dalla promulgazione del catechismo della Chiesa cattolica da parte di Giovanni Paolo II. E ha aggiunto:
“Assumiamo le responsabilità del passato, e riconosciamo che quei mezzi erano dettati da una mentalità più legalistica che cristiana. La preoccupazione di conservare integri i poteri e le ricchezze materiali aveva portato a sovrastimare il valore della legge, impedendo di andare in profondità nella comprensione del Vangelo. Tuttavia, rimanere oggi neutrali dinanzi alle nuove esigenze per la riaffermazione della dignità personale, ci renderebbe più colpevoli”.Pertanto
“è necessario ribadire pertanto che, per quanto grave possa essere stato il reato commesso, la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”.
Bergoglio ha spiegato che quello della pena di morte è un esempio di “progresso della dottrina” anche in relazione alla “mutata consapevolezza del popolo cristiano, che rifiuta un atteggiamento consenziente nei confronti di una pena che lede pesantemente la dignità umana”.
La pena di morte ha aggiunto “è in se stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana, che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante”.
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