Le parole dell'arcivescovo metropolita di Gniezno, monsignor Wojciech Polak dopo la manifestazione dell'ultradestra cattolica che ha presidiato i confini del Paese
La Polonia preoccupa la Chiesa. La manifestazione che ha presidiato i confini del Paese con rosari e processioni per "salvare l'Europa dall'islamizzazione" è apparsa dissonante dalla linea di papa Francesco oltre che pericolosamente vicina alle posizioni dell'ultradestra, in una fase in cui la Polonia si è rifiutata di accogliere - come impongono le regole Ue - una quota dei profughi sbarcati in Italia e Grecia.
Il primate polacco, l'arcivescovo metropolita di Gniezno, Wojciech Polak, ora interviene per ammonire che sospenderà 'a divinis' qualunque prete che parteciperà a iniziative contro i migranti:
"Se dovessi avere notizia di una protesta contro i profughi alla quale i miei preti dovessero aver partecipato, la mia risposta sarà rapida: ogni sacerdote che si unisce a queste manifestazioni sarà sospeso. Non ho alcuna alternativa in quanto responsabile della mia diocesi. In una situazione in cui ci sono preti che esplicitamente sostengono una parte in conflitto, debbo agire immediatamente".Le sue parole arrivano dopo quelle molto più diplomatiche pronunciate dalla Conferenza episcopale polacca, che ha sdrammatizzato i toni anti-migranti della manifestazione affermando che si trattava di un evento religioso legato alla ricorrenza della Madonna del Rosario. Il 7 ottobre, però, come hanno ricordato esplicitamente gli organizzatori dell'evento religioso, è anche l'anniversario della battaglia di Lepanto che nel 1571 ha visto la coalizione cristiana promossa da papa Pio V sconfiggere l'avanzata ottomana sull'occidente. In quel giorno, si legge sul sito dei promotori, "la flotta cristiana ha battuto la flotta musulmana, salvando così l'Europa dall'islamizzazione".
L'arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski - che siede sulla cattedra che fu di Karol Wojtyla e poi del suo segretario Stanislaw Dziwisz - nel mettersi alla guida della lunga cordata di rosario aveva invitato a "pregare perché l'Europa ha bisogno di restare cristiana per salvare la sua cultura". Secondo Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, si trattava di parole "a favore della pace, dell’amata nazione polacca, dell’Europa perché non dimentichi il ricco patrimonio di fede e di umanità imparato alla scuola del Vangelo".
E per commentare l'evento il giornale ha rilanciato le espressioni del presidente della Conferenza episcopale polacca Stanislaw Gadecki, che ha parlato della "più grande iniziativa di preghiera in Europa". Toni entusiasti che però non hanno trovato sponda in Vaticano, tanto che l'Osservatore romano non ha dedicato una riga al raduno. Anche perché, come ha fatto rilevare Alberto Bobbio in un tagliente commento su Famiglia Cristiana, il "muro di protezione" invocato dagli organizzatori contrastava con l'invito ad "abbattere i muri" ricorrente negli appelli di papa Francesco.
Andrea Gualtieri
Andrea Gualtieri
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