La sentenza che conferma il giro di vite meso in atto da Pechino contro i critici del regime. L'ultima vittima dall'arrivo al potere di Xi Jinping è Jiang Tianyong, attivista e avvocato cinese condannato a due anni di prigione per "incitamento alla sovversione contro lo stato". Il motivo? Il 46enne avrebbe criticato la retata attraverso la quale più di 200 avvocati o attivisti per i diritti umani sono stati interrogati o fermati a partire dal 9 luglio 2015.
Jiang Tianyong |
Il giro di vite - La sentenza che conferma il giro di vite messo in atto da Pechino contro i critici del regime. Jiang, 46 anni, in passato si era occupato anche di dossier delicati, come i seguaci del Falun Gong, le proteste in Tibet e le vittime del 2008 per il latte contaminato. Nel 2009 era stato destituito dall'ordine degli avvocati, ma aveva continuato a lavorare come attivista. A novembre dello scorso anno era stato portato via dalla polizia, dopo aver fatto visita alla moglie del collega avvocato Xie Yang vittima della repressione, e da allora i familiari non sono più riusciti a contattarlo.
Dopo un processo che l'organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha definito "una farsa", la corte ha giudicato Jiang "colpevole di incitamento alla sovversione contro i poteri dello Stato e diffamazione del governo", accusandolo anche per i suoi viaggi all'estero e per i suoi contatti con organizzazioni straniere. "Jiang Tianyong è stato a lungo influenzato dalle forze straniere anti-cinesi", ha detto il giudice. La corte ha anche ritenuto colpevole il 46enne di aver usato i social media per attaccare il governo cinese per incitare altri a manifestare in pubblico.
Eugenia Fiore
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