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martedì 19 dicembre 2017

Italia - Como - Il Sindaco Mario Landriscina vieta di dare da mangiare a chi dorme in strada. "A Natale non è decoroso"

La Provincia
La denuncia: «Domenica mattina non abbiamo potuto portare la colazione a chi dorme fuori dall’ex chiesa di san Francesco».

«I vigili ci hanno impedito di offrire la colazione alle persone che dormono all’aperto sotto l’ex chiesa di san Francesco a Como». L’onda lunga dell’ordinanza del sindaco Mario Landriscina contro i mendicanti del centro storico colpisce anche i volontari che, «da più di sette anni», distribuiscono la colazione alle persone costrette a dormire in strada. 

È successo domenica mattina. A denunciarlo i diretti interessati, sul gruppo facebook “WelCom”: «Questa mattina a differenze delle altre mattine ci è stato proibito di farlo perché i nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza del Comune di Como, firmata dal sindaco Mario Landriscina, per ripristinare “la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano”. Ci è stato detto che fino al 10 gennaio non ci è possibile portare un piccolo simbolo d’amore a queste persone, non ci è possibile perché in vista del Natale non è decoroso».

E in effetti nella sua controversa ordinanza il primo cittadino fa menzione anche al portico davanti all’ex chiesa di San Francesco, accanto al Tribunale, scrivendo che «è fatto divieto di bivaccare sotto i portici» pena una sanzione amministrativa da 50 a 300 euro.

«A continuare ad allontanare i poveri non si elimina la povertà, la si amplifica, la si fa diventare un nemico, un nemico da combattere - scrivono i volontari - Se provassimo a guardare in faccia la povertà senza timore, ma solo con il desiderio di sconfiggere lei, non i poveri, allora forse si potrebbero trovare soluzioni e pensieri che possano essere dalla parte dell’essere umano e di un essere umano più dignitoso. Questo ci sembra allora il Natale: la ricerca di una possibilità, di un’umanità più dignitosa. Dignità non decoro ci aspettiamo dal nostro sindaco soprattutto a Natale, altrimenti non chiamiamolo Natale!».

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