Tra aprile e settembre 2017 sono stati documentati più di 88 casi di violazioni dei diritti umani: tutti antagonisti del presidente in carica. Nel giorno in cui ha annunciato l'intenzione di ricandidarsi alla presidenze alle elezioni del 2018, il presidente Nicolas Maduro e il suo governo sono al centro del rapporto redatto da Human Rights Watch e Penal Forum sugli abusi delle forze di sicurezza sugli oppositori del regime. Il rapporto "Giro di vite sul dissenso: brutalità, torture e persecuzioni politiche in Venezuela" documenta almeno 88 casi che coinvolgono più di 300 persone tra aprile e settembre 2017.
Nessuno contro. I testimoni hanno raccontato di esser stati picchiati e torturati attraverso tecniche di asfissia, con scosse elettriche e violenze sessuali brutali. E questo non solo contro i detenuti politici, ma anche per le strade e nei quartieri "sovversivi". Il tutto in un clima di giustizia sommaria e violenza mai sperimentata nella storia recente del paese.
Governo complice. A insospettire è l'atmosfera di totale impunità in cui agiscono poliziotti e forze dell'ordine: "Gli abusi, inclusi casi eclatanti di tortura, e l'assoluta impunità per gli aggressori suggeriscono la responsabilità del governo ai massimi livelli - afferma José Miguel Vivanco, direttore delle Americhe di Hrw - Questi non sono casi isolati o reazioni eccessive e occasionali da parte di pessimi ufficiali, ma al contrario siamo di fronte a una pratica sistematica da parte delle forze di sicurezza venezuelane".
Carcere duro. Ad esser stati intervistati dai ricercatori delle Ong sono state vittime, familiari, avvocati e medici che hanno curato le ferite dei manifestanti per le vie di Caracas. Inoltre sono stati visionati anche dei video che documentano le violenze. In alcuni casi, le forze di sicurezza hanno fatto esplodere gas lacrimogeno in ambienti chiusi dove erano trattenuti i detenuti, in altri gli oppositori sono stati ammucchiati in celle di isolamento per periodi lunghi senza cibo e acqua. E quando il cibo arrivava è successo che fosse stato deliberatamente contaminato dagli escrementi, cenere o insetti.
Violenze inaudite. E come se le pessime condizioni di detenzione non bastassero, i prigionieri politici sono stati spesso vittima di torture brutali escogitate da una parte come punizione, dall'altra per costringerli ad autoincriminarsi. Con l'acuirsi delle proteste, l'intelligence venezuelana ha iniziato a prelevare i sospetti direttamente dalle loro casa. "Non si tratta più solo di leader politici o di personaggi pubblici, questa volta se la sono presa anche con normali cittadini, come me", racconta un uomo agli arresti domiciliari per aver criticato pubblicamente il governo che è stato torturato per confessare i presunti legami con l'opposizione politica.
La strada in fiamme. Da aprile le fiamme il Venezuela è sprofondato nel caos: dal precipizio economico all'inasprimento delle condizioni di vita, la decisione unilaterale del presidente Madure di istituire una Costituente nonostante il 73% della popolazione sfavorevole ha spalancato le porte della rivolta. Decine i morti nelle strade, centinaia i feriti. "Le autorità hanno arrestato almeno 5.400 persone da aprile- racconta Alfredo Romero, direttore del Forum Penale - Alcuni detenuti sono stati rilasciati senza essere stati portati davanti a un giudice, ma altri sono stati oggetto di procedimenti arbitrari".
Almeno 757 civili sono stati processati in tribunali militari per crimini tra cui tradimento e ribellione, in circostanze che violano il diritto internazionale.
Chiara Nardinocchi
Chiara Nardinocchi
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