Corriere della Sera
Nelle prigioni dell’Azerbaigian entra il primo prigioniero di coscienza del 2018, Afgan Mukhtarli, un giornalista che ha avuto l’ardire di criticare il governo.
La vergognosa sentenza emessa ieri chiama in causa anche la Georgia, le cui autorità nella migliore delle ipotesi non sono riuscite a impedire il trasferimento illegale di Mukhtarli.
Nel 2014, infatti, stanco di subire persecuzioni a causa del suo lavoro giornalistico, Mukhtarli aveva lasciato l’Azerbaigian per la Georgia. Da lì aveva continuato a svolgere le sue inchieste sulla corruzione all’interno del governo azero.
Il 29 maggio 2017 Mukhtarli è scomparso nel nulla nella capitale georgiana Tbilisi. Il giorno dopo era in carcere in Azerbaigian con la ridicola accusa di ingresso illegale, contrabbando e resistenza a pubblico ufficiale.
Al suo avvocato, Mukhtarli ha denunciato di essere stato sequestrato da uomini che parlavano georgiano e indossavano uniformi delle forze speciali della Georgia.
Le autorità di Tbilisi hanno negato ogni coinvolgimento ma non hanno saputo spiegare perché un giorno Mukhtarli sia scomparso in Georgia per riapparire 24 ore dopo in Azerbaigian.Riccardo Noury
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