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mercoledì 10 gennaio 2018

Bangladesh, l'Alta Corte: fino a 7 anni di carcere per i matrimoni con i profughi Rohingya

La Repubblica
Si rischiano fino a sette anni di carcere, si apprende da Asianews: lo scopo è evitare agevolazioni per l’ottenimento della cittadinanza. Dal Myanmar sono fuggiti 655mila profughi.

Dhaka – Un tribunale del Bangladesh - si apprende da AsiaNews - conferma una norma governativa che proibisce il matrimonio tra cittadini bengalesi e rifugiati musulmani Rohingya dal vicino Myanmar, sfuggiti alle violenze etniche. 

I giudici sostengono così una legge approvata nel 2014 che vieta le unioni sia tra cittadini e rifugiati, che tra rifugiati stessi. L’obiettivo è impedire alle migliaia di sfollati Rohingya che vivono nel Paese di avere una via privilegiata per ottenere la cittadinanza. 

L’Alta corte di Dhaka ha respinto l’appello presentato da Babul Hossain, un cittadino bengalese, il cui figlio 27enne a settembre del 2017 ha sposato una ragazza Rohingya di 18 anni. Il caso è divenuto noto come la prima unione della recente ondata di migrazioni. Dopo le nozze, i giovani hanno fatto perdere le proprie tracce, nel tentativo di scampare alla pena di sette anni di reclusione prevista per i cittadini bengalesi che infrangono la legge sposando una rifugiata.

Profughi che si aggiungono ai 200mila già presenti. Motaher Hossain Saju, vice procuratore generale, fa sapere che la corte ha respinto la richiesta di proscioglimento e ordinato al padre di pagare una multa di 100mila taka (circa 1000 euro) per le spese legali. Il figlio, una volta rintracciato, finirà dietro le sbarre. Dallo scorso agosto, cioè da quando sono riprese le violenze tra esercito birmano e militanti dell’Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa), dal Myanmar sono fuggiti circa 655mila profughi. Essi si aggiungono ad altri 200mila sfollati negli anni passati dallo Stato del Rakhine, (prima si chiamava Arakan) uno stato nella zona occidentale della ex Birmania, al confine con il Bangladesh. La sua capitale è Sittwe. Fra i suoi monumenti principali si ricorda il sito archeologico di Mrauk U.

Uno Stato inaccessibile a giornalisti e turisti. Ancora oggi, nonostante l'ascesa politica di Suu Kyi (la quale al riguardo ha rilasciato dichiarazioni tali da farla sembrare favorevole allo status quo), lo Stato è inaccessibile ai turisti e ai giornalisti. Le poche persone che sono riuscite ad entrare in questo Stato affermano che nella capitale Sittwe si sta effettuando una pulizia etnica, con decine di migliaia di Rohingya costretti a vivere in campi profughi quanto meno malsani. Secondo gruppi di attivisti, ci sarebbero

numerosi casi di matrimoni combinati per scampare alle condizioni disagiate dei campi nella parte meridionale del Paese. Nel caso specifico, Hossain respinge le accuse e afferma che il matrimonio del figlio è un vero legame d’amore e non è motivato da questioni di cittadinanza.

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