La sospensione della pena di morte per Ahmadraza Djalali, il ricercatore iraniano che ha lavorato per quattro anni all’Università del Piemonte Orientale, è stata confermata oggi durante la conferenza stampa che si è tenuta a Roma in sala “Caduti di Nassirya” di Palazzo Madama.
La situazione del medico sarà riconsiderato da un’altra sala della Corte Suprema del tribunale della rivoluzione iraniano. Una notizia che apre uno spiraglio di speranza per tutti coloro che si sono mossi per la liberazione Ahmad, per un giusto processo e per garantire il diritto alla conoscenza salvaguardando la mobilità scientifica.
«E’ certamente – ha spiegato la senatrice Elena Ferrara – questo il momento per rafforzare ogni azione da parte della comunità internazionale e gli appelli al Governo iraniano in particolare alla luce delle precarie condizioni di salute del ricercatore: oltre alla liberazione si chiede, infatti, al più presto il ricovero in una struttura sanitaria proprio per verificare la situazione. Con la senatrice Elena Cattaneo e il Presidente Luigi Manconi continueremo a seguire passo passo gli sviluppi della vicenda e a tenere alta l’attenzione del Governo e delle istituzioni».
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