Il carcere per i minori è una realtà residuale, "un sistema con i tassi più bassi d'Europa in termini di recidiva", ha dichiarato il ministro della Giustizia Andrea Orlando eleggendolo a modello dell'esecuzione della pena degli adulti. Molto si deve a una diffusione quintuplicata dell'istituto della messa alla prova che in vent'anni ha raggiunto oltre 3.700 giovani e giovanissimi detenuti.
Eppure, a fronte di un biennio, il 2015-2016, senza suicidi in carcere, del calo dal 2016 ad oggi degli atti di autolesionismo, delle aggressioni e delle infrazioni disciplinari, c'è una percentuale fuori posto: quel 48% di ragazzi in custodia cautelare. Una percentuale che, poi, scomposta, filtra una situazione ancora peggiore visto che nell'82% dei casi, quelli senza condanna definitiva, sono minori. Molti di più dei giovani adulti fermi al 24%.
È quanto emerge da "Guardiamo Oltre", il 4° Rapporto di Antigone sugli Istituti di pena per minorenni (Ipm) presentato il 18 dicembre scorso a Roma. Acireale, Airola, in provincia di Benevento, Bari, Bologna, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Milano, Nisida, Palermo, Pontremoli per il femminile, Potenza, Quartucciu, nel cagliaritano, Roma, Treviso e Torino: sono le sedi dei sedici istituti penali minorili che i rappresentanti dell'Osservatorio Minori di Antigone hanno visitato traendo le loro conclusioni.
In particolare, le 452 presenze registrate nei 16 Ipm italiani alla data del 15 novembre 2017, raccontano molto, al di là dei numeri, della realtà che si vive: il 42% è minorenne e il 58% maggiorenne, i cosiddetti "giovani adulti" che compiuti 18 anni restano nel sistema della giustizia minorile fi no ai 25 anni. Le ragazze sono 34, pari all'8%, mentre gli stranieri sono in totale 200 e rappresentano il 44% della popolazione detenuta.
Gli italiani rappresentano il 65%, il 50% sono stranieri, tra i reati prevalenti, quelli contro il patrimonio rappresentano il 59% del totale e addirittura il 67% tra gli stranieri Quelli contro la persona raggiungono il 17% tra gli italiani e il 15% tra gli stranieri. Ben oltre la metà degli italiani è di provenienza campana e siciliana, i lombardi rappresentano il 10% e pochi meno i laziali. Un altro aspetto è quello della genitorialità: nell'anno, tra i 1.207 ragazzi passati per i 16 istituti di pena, ben 49, il 4%, è genitore di almeno un figlio e sempre nel corso dell'anno, ben dieci ragazze sono state detenute con il proprio bambino.
Più tranquilla la situazione rispetto al sistema di esecuzione della pena degli adulti: non ci sono stati più casi di suicidi negli ultimi sette anni e i 45 tentativi del 2016 si sono ridotti a 19 nel 2017. Da un anno all'altro, le aggressioni disciplinari si sono ridotte di oltre un centinaio, le 183 aggressioni del 2016, sono diventate 88 nel 2017 e i 98 atti di autolesionismo del 2016, sono diventati 80 nel 2017.
È quanto emerge da "Guardiamo Oltre", il 4° Rapporto di Antigone sugli Istituti di pena per minorenni (Ipm) presentato il 18 dicembre scorso a Roma. Acireale, Airola, in provincia di Benevento, Bari, Bologna, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Milano, Nisida, Palermo, Pontremoli per il femminile, Potenza, Quartucciu, nel cagliaritano, Roma, Treviso e Torino: sono le sedi dei sedici istituti penali minorili che i rappresentanti dell'Osservatorio Minori di Antigone hanno visitato traendo le loro conclusioni.
In particolare, le 452 presenze registrate nei 16 Ipm italiani alla data del 15 novembre 2017, raccontano molto, al di là dei numeri, della realtà che si vive: il 42% è minorenne e il 58% maggiorenne, i cosiddetti "giovani adulti" che compiuti 18 anni restano nel sistema della giustizia minorile fi no ai 25 anni. Le ragazze sono 34, pari all'8%, mentre gli stranieri sono in totale 200 e rappresentano il 44% della popolazione detenuta.
Gli italiani rappresentano il 65%, il 50% sono stranieri, tra i reati prevalenti, quelli contro il patrimonio rappresentano il 59% del totale e addirittura il 67% tra gli stranieri Quelli contro la persona raggiungono il 17% tra gli italiani e il 15% tra gli stranieri. Ben oltre la metà degli italiani è di provenienza campana e siciliana, i lombardi rappresentano il 10% e pochi meno i laziali. Un altro aspetto è quello della genitorialità: nell'anno, tra i 1.207 ragazzi passati per i 16 istituti di pena, ben 49, il 4%, è genitore di almeno un figlio e sempre nel corso dell'anno, ben dieci ragazze sono state detenute con il proprio bambino.
Più tranquilla la situazione rispetto al sistema di esecuzione della pena degli adulti: non ci sono stati più casi di suicidi negli ultimi sette anni e i 45 tentativi del 2016 si sono ridotti a 19 nel 2017. Da un anno all'altro, le aggressioni disciplinari si sono ridotte di oltre un centinaio, le 183 aggressioni del 2016, sono diventate 88 nel 2017 e i 98 atti di autolesionismo del 2016, sono diventati 80 nel 2017.
Ma i risultati più importanti del settore in termini di rieducazione son quelli raggiunti dal 1992 al 2016 dall'istituto della messa alla prova passato dai 788 provvedimenti di sospensione del processo per messa alla prova ai 3.757 casi del 2016. "Guardiamo oltre, anche relativamente ai contenuti della riforma voluta dal Governo per le carceri italiane che a giorni dovrebbe essere presentata", sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
"La speranza", ha aggiunto Alessio Scandurra, curatore del rapporto con Susanna Marietti, responsabile dell'Osservatorio Minori di Antigone, "è quella che finalmente si scriva un ordinamento penitenziario organico specifico per i minori detenuti, nuove regole che mettano al centro in maniera radicale un progetto educativo e non repressivo e l'apertura al territorio. I ragazzi in carcere non possono essere gestiti con le stesse regole degli adulti".
Durante la presentazione del rapporto, è stato illustrato anche il progetto Ragazzi Dentro, un sito realizzato da Antigone dedicato esclusivamente alla giustizia minorile dove, oltre a essere confluiti tutti i precedenti rapporti, si possono trovare le schede relative ai 16 istituti di pena per minorenni presenti in Italia accompagnati da gallerie fotografi che, video inediti girati all'interno delle strutture e approfondimenti sul tema.
di Marzia Paolucci
"La speranza", ha aggiunto Alessio Scandurra, curatore del rapporto con Susanna Marietti, responsabile dell'Osservatorio Minori di Antigone, "è quella che finalmente si scriva un ordinamento penitenziario organico specifico per i minori detenuti, nuove regole che mettano al centro in maniera radicale un progetto educativo e non repressivo e l'apertura al territorio. I ragazzi in carcere non possono essere gestiti con le stesse regole degli adulti".
Durante la presentazione del rapporto, è stato illustrato anche il progetto Ragazzi Dentro, un sito realizzato da Antigone dedicato esclusivamente alla giustizia minorile dove, oltre a essere confluiti tutti i precedenti rapporti, si possono trovare le schede relative ai 16 istituti di pena per minorenni presenti in Italia accompagnati da gallerie fotografi che, video inediti girati all'interno delle strutture e approfondimenti sul tema.
di Marzia Paolucci
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