Tel Aviv - "La nostra storia come popolo ebraico non lo permette": con queste parole una trentina di intellettuali israeliani hanno scritto al premier Benyamin Netanyahu e ai membri della Knesset schierandosi contro le espulsioni previste dalle leggi dei richiedenti asilo dal Paese.
Richiedenti asilo in Israele protestano contro le espulsioni di fronte alla Corte suprema a Tel Aviv (Archivio Ansa) |
"Uomini e donne - hanno scritto - che portano sui loro corpi e nelle anime orribili cicatrici dei loro viaggi e dei campi di torture nel Sinai. E bambini nati in Israele che ci chiedono una sola cosa: vivere".
Senza dimenticare - si sostiene nella lettera - che alla luce del grande numero di profughi che "stanno inondando l'Europa occidentale e l'Africa" quelli in Israele "sono inferiori alla metà dell'1%" della popolazione totale. "Israele non ha un problema di profughi e non ha problemi economici nell'accoglierli", hanno aggiunto i firmatari della lettera ammonendo che nei Paesi dove li si vuole mandare, i profughi sono "attesi da torture e anche esecuzioni".
Dopo aver denunciato che i profughi sono stati "oggetto di persecuzione e forzata espulsione", gli intellettuali hanno chiesto al premier e ai membri della Knesset di "agire moralmente, umanamente e con compassione degni del popolo ebraico". "Altrimenti - hanno concluso, ricordando di essere a poche settimane dal Giorno della Memoria - non avremo ragione di esistere".
La lettera non è la prima iniziativa a favore dei circa 35mila profughi stimati nel Paese e che saranno allontanati in Paesi terzi. Si sono svolte alcune manifestazioni davanti alla Knesset e rabbini autorevoli sono scesi in campo per contrastare l'espulsione. Anche Jasono Greenblatt, presidente dell'Antidefamation League, ha scritto a Netanyahu chiedendo di modificare gli effetti della legge.
Dopo aver denunciato che i profughi sono stati "oggetto di persecuzione e forzata espulsione", gli intellettuali hanno chiesto al premier e ai membri della Knesset di "agire moralmente, umanamente e con compassione degni del popolo ebraico". "Altrimenti - hanno concluso, ricordando di essere a poche settimane dal Giorno della Memoria - non avremo ragione di esistere".
La lettera non è la prima iniziativa a favore dei circa 35mila profughi stimati nel Paese e che saranno allontanati in Paesi terzi. Si sono svolte alcune manifestazioni davanti alla Knesset e rabbini autorevoli sono scesi in campo per contrastare l'espulsione. Anche Jasono Greenblatt, presidente dell'Antidefamation League, ha scritto a Netanyahu chiedendo di modificare gli effetti della legge.
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