Papa Francesco ha indetto per oggi 23 febbraio una giornata di digiuno invitando tutti a ricordare e a pregare per le guerre in Africa e invocare la pace. Un gesto di vicinanza che vuole svegliare lo coscienze nei credenti e in tutti coloro che si uniscono a questo sforzo per combattere l'indifferenza.Avvenire
Una giornata dedicata al continente straziato da guerre e ingiustizie, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan in particolare. Bassetti: chi costruisce un mondo migliore è un eroe.
Non è un caso che si sia scelto un venerdì di Quaresima per digiunare e pregare per la pace, in particolare per la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Una giornata, quella di oggi, che papa Francesco ha voluto appunto dedicare a questi due Paesi dell’Africa fiaccati dalla fame e dagli scontri interni, troppo spesso dimenticati. Sollecitando tutti a rispondere alla domanda: «Cosa posso fare io per la pace?». E proprio partendo da questo grido, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, in un editoriale sull’Osservatore Romano, scrive che «la prima risposta è ispirata dal comandamento di Dio: non uccidere». Che vuol dire non uccidere moralmente chi è diverso, politicamente l’avversario, «non uccidere con la forza delle armi in ogni controversia internazionale».
Lo spunto è un libro di don Primo Mazzolari Tu non uccidere, che porta il cardinale ad allontanare per chi parla di pace la definizione di «buonista», anzi. «Chi si sforza per costruire un mondo di pace, in cui venga riconosciuta ovunque la dignità della persona umana – continua – è invece un eroe dei nostri giorni». E sono tante le persone che hanno voluto rispondere all’appello di papa Francesco, a partire dall’associazionismo organizzando veglie di preghiera. Come quella che la Comunità di Sant’Egidio ha fissato per stasera alle 20 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, a cui parteciperanno la comunità dei due Stati africani presenti in Italia. «I due Paesi sono dominati da troppa violenza, povertà e divisioni etniche – ricorda l’organizzazione trasteverina – Devono tornare al centro delle preoccupazioni della comunità internazionale e di tutti coloro che credono nella necessità e urgenza di costruire la pace».
Ad aderire alla giornata anche i Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, la Tavola della pace, Articolo 21 e la Rete della pace, per cui «la violenza che si continua ad abbattere sulle Repubblica Democratica del Congo e sul Sud Sudan è inaccettabile e intollerabile. Fingere di non vederla, ignorarla, sottovalutarla distrugge la nostra umanità».
Il sostegno all’iniziativa arriva pure dal Rinnovamento nello Spirito Santo, con il presidente Salvatore Martinez che sottolinea come «noi non siamo esenti dalla responsabilità dinanzi a tanti crimini di odio», tuttavia attraverso la preghiera e il digiuno «si possono mobilitare le coscienze sopite». Come pure da Comunione e liberazione e da Fiac Africa (Federazione internazionale di Azione cattolica) per cui «come laici possiamo fare molto, insieme». E Medici con l’Africa (Cuamm) con il direttore don Dante Carraro che invita «ad aderire a questo gesto di rinuncia perché diventi un gesto di solidarietà».
La giornata indetta dal Papa coinvolgerà poi la cooperativa Auxilium che, «particolarmente toccata dalle intenzioni di preghiera del Santo Padre», ha previsto un momento di preghiera comune nelle loro strutture di accoglienza, e il Csi (Centro sportivo italiano) per cui digiuno e preghiera stanno quasi «ad indicare un disarmo assoluto e unilaterale che fa leva esclusivamente sul Signore».
La riflessione caratterizzerà oggi inoltre la giornata della Fism (Federazione italiana scuole materne) esorta a «operare per costruire la pace».
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