Agenzia Ue per il controllo delle frontiere, Frontex chiude l'operazione Triton e vara Themis. Le prime dichiarazioni da parte italiana sono state tutte favorevoli, definendola una vittoria nella gestione del fenomeno, sopratutto perché, le navi che soccorrono migranti, non saranno più costrette a sbarcarli solo nei porti italiani prospettando un allargamento del carico dell'accoglienza anche ad altri paesi. Ma analizzando attentamente le novità che contiene Themis, le Ong e le associazioni per la difesa dei diritti umani mettono in luce problemi e rischi che possono verificarsi. Porremo attenzione nei prossimi giorni, verificando dalla realtà se questa nuova operazione migliori veramente la sicurezza in Europa con un attento controllo di chi arriva nel nostro paese ma non metta in secondo piano la necessità di fronteggiare in modo più incisivo la strage dei morti in mare e le gravi violazioni dei diritti umani che ormai si verificano quotidianamente, senza fare più notizia. Riportiamo alcuni stracci di vita.it che analizza alcuni aspetti dell'operazione Themis.
La nuova Operazione dell'agenzia europea Frontex fa prevalere l'opzione del porto più vicino rispetto a quello più sicuro: stop alla prassi di arrivo esclusivo in Italia e incertezza sui futuri luoghi di sbarco, anche se Frontex stessa rassicura sul rispetto della legge marittima internazionale.
Manca l’ufficializzazione del limite massimo di avvicinamento a 24 miglia dalle coste libiche già in atto da metà del 2017 anche da parte delle organizzazioni umanitarie, che ha visto l’avanzare spesso aggressivo della Guardia costiera libica nella SAR zone, zona di Ricerca e Soccorso.
Non si prende posizione in modo chiaro, di fronte a interventi delle autorità libiche che creano difficoltà all’operato delle ong.
Sparisce il riferimento alla necessità di sbarcare nel porto più sicuro e prevale quella del “porto più vicino” e quindi non per forza in Italia, come invece era imperativo con Triton. Cosa significa? Nella lista dei possibili Paesi dove fare sbarcare le persone migranti appena recuperate dal mare appare la Libia. Proprio quella Libia in cui schiavismo e torture sono all’ordine del giorno in diverse sacche di disumanità controllate da milizie e trafficanti e da cui la stessa Onu, Organizzazione delle Nazioni Unite, sta evacuando sempre più persone per toglierle proprio da quelle violenze.
La lista delle nazioni comprende anche, tra gli altri, Grecia, Spagna, Tunisia, Algeria e Malta.
L’impostazione di Frontex, e quindi della stessa Ue: “ricordiamoci che la gestione dell’immigrazione non è la mission principale dell’Agenzia, ma è la sorveglianza delle frontiere esterne”,
La Fortezza Europa è un raggruppamento di Stati che pensa quasi del tutto all’aspetto securitario e in minima parte a quello umanitario.
Sparisce il riferimento alla necessità di sbarcare nel porto più sicuro e prevale quella del “porto più vicino” e quindi non per forza in Italia, come invece era imperativo con Triton. Cosa significa? Nella lista dei possibili Paesi dove fare sbarcare le persone migranti appena recuperate dal mare appare la Libia. Proprio quella Libia in cui schiavismo e torture sono all’ordine del giorno in diverse sacche di disumanità controllate da milizie e trafficanti e da cui la stessa Onu, Organizzazione delle Nazioni Unite, sta evacuando sempre più persone per toglierle proprio da quelle violenze.
La lista delle nazioni comprende anche, tra gli altri, Grecia, Spagna, Tunisia, Algeria e Malta.
L’impostazione di Frontex, e quindi della stessa Ue: “ricordiamoci che la gestione dell’immigrazione non è la mission principale dell’Agenzia, ma è la sorveglianza delle frontiere esterne”,
La Fortezza Europa è un raggruppamento di Stati che pensa quasi del tutto all’aspetto securitario e in minima parte a quello umanitario.
Fonte: Vita
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