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sabato 24 febbraio 2018

Guinea Equatoriale, 147 attivisti minacciati di pena di morte

Corriere della Sera
Ribellione, attacchi alle autorità e disordini pubblici.
Sono i reati dei quali sono accusati 147 attivisti dell’opposizione della Guinea Equatoriale, che secondo il ministro della Sicurezza avrebbero recentemente tentato un colpo di stato, aiutati da stranieri provenienti da Ciad, Repubblica Centrafricana e Camerun.
Data l’impossibilità, per la stampa indipendente, di operare nel paese, non è possibile capire se le cose siano andate esattamente così.

Gli attivisti hanno denunciato di aver subito pesanti torture nella stazione centrale della polizia della capitale Malabo, tristemente denominata “Guantánamo”.

Il presidente Teodoro Obiang governa il paese da quasi 40 anni, distinguendosi tra i leader africani più attivi nello stroncare ogni forma di dissenso. I rapporti delle organizzazioni per i diritti umani segnalano regolarmente uccisioni illegali da parte delle forze di sicurezza, torture sistematiche ai danni dei detenuti, arresti arbitrari e sparizioni.

Quanto alla pena di morte, nel 2017 Obiang aveva proclamato una moratoria ma secondo la Convergenza per la democrazia sociale, all’opposizione, da allora otto condannati a morte sarebbero stati fucilati in segreto.

Riccardo Noury e Monica Ricci Sargentini

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