Più casi di ingiusta detenzione da un anno all'altro. Persone in carcere da innocenti che per tutta la vita pagheranno il peso della condanna giudiziaria e sociale in cui sono incorse per uno scambio di persona, una mala interpretazione di un'intercettazione o ingannevoli testimonianze oculari. Il 2017 si chiude con 1.013 casi di innocenti finiti in carcere contro i 989 registrati l'anno precedente.
In aumento anche l'ammontare complessivo dei relativi risarcimenti pari a oltre 34 milioni di euro. È quanto riporta il sito errorigiudiziari.com, nato in seguito al caso Tortora, nel 1994, dall'idea di due giornalisti, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, classe 1966. Si tratta dell'unico archivio online in Italia e in Europa che finora ha censito con un costante lavoro di ricerca e catalogazione 714 casi tra ingiusta detenzione ed errori giudiziari, all'attivo un libro, un docu-film e una collaborazione Rai a tema.
Nella maschera del sito è possibile ottenere i risultati selezionando il nome dell'innocente, il luogo, il reato e il nome dell'avvocato. Ora, elaborando gli ultimi dati del Ministero dell'economia, la ricerca ha identificato Catanzaro come la città con il maggior numero di casi indennizzati, ben 158. Subito alle sue spalle c'è Roma con 137 e a seguire Napoli con 113 che per il sesto anno consecutivo si conferma nei primi tre posti. Segue Bari con 94, Catania con 60, Palermo con 43, Milano con 40, Salerno con 38, Messina con 36 e Lecce con 28 casi.
Nella top 10 dei centri dov'è più frequente il fenomeno dell'ingiusta detenzione prevalgono le città del Sud: sono infatti otto su dieci, con le sole Roma e Milano a invertire la tendenza. Più innocenti finiti senza colpa in custodia cautelare, più soldi spesi dallo Stato in risarcimenti per ingiusta detenzione. E se Alessandro Galante Garrone, storico e magistrato, scriveva nel 1961 su La Stampa, in uno scritto a tema: "Gli errori giudiziari del passato devono indurre il giudice all'umiltà", oggi si deve considerare come le sue parole siano state purtroppo sconfessate dalla realtà.
In 25 anni di storia di ingiusta detenzione, il sito che ha tracciato dal 1992 a oggi, 26412 persone in ingiusta detenzione, cioè una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico, persone condannate con sentenza definitiva ma poi assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato o un altro elemento fondamentale per scagionarli, il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti versati dal 1992 a oggi.
Parliamo dunque di una media annuale di oltre mille casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro l'anno. Catanzaro e Roma sono le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: nel capoluogo calabrese lo scorso anno si è fatta registrare la cifra monstre di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della capitale (poco più di 3 milioni e 900 mila euro).
Al terzo posto Bari, con indennizzi versati per oltre 3 milioni e 500 mila euro, scavalca Napoli, quarta in classifica con più di 2 milioni e 870 mila euro. Seguono nell'ordine Catania con oltre 1 milione e 900 mila euro, Palermo, Salerno, Messina, tutte con cifre pari a 1 milione e 500 mila euro assieme a Reggio Calabria e Milano che si attestano sul milione di euro.
di Marzia Paolucci
Nella maschera del sito è possibile ottenere i risultati selezionando il nome dell'innocente, il luogo, il reato e il nome dell'avvocato. Ora, elaborando gli ultimi dati del Ministero dell'economia, la ricerca ha identificato Catanzaro come la città con il maggior numero di casi indennizzati, ben 158. Subito alle sue spalle c'è Roma con 137 e a seguire Napoli con 113 che per il sesto anno consecutivo si conferma nei primi tre posti. Segue Bari con 94, Catania con 60, Palermo con 43, Milano con 40, Salerno con 38, Messina con 36 e Lecce con 28 casi.
Nella top 10 dei centri dov'è più frequente il fenomeno dell'ingiusta detenzione prevalgono le città del Sud: sono infatti otto su dieci, con le sole Roma e Milano a invertire la tendenza. Più innocenti finiti senza colpa in custodia cautelare, più soldi spesi dallo Stato in risarcimenti per ingiusta detenzione. E se Alessandro Galante Garrone, storico e magistrato, scriveva nel 1961 su La Stampa, in uno scritto a tema: "Gli errori giudiziari del passato devono indurre il giudice all'umiltà", oggi si deve considerare come le sue parole siano state purtroppo sconfessate dalla realtà.
In 25 anni di storia di ingiusta detenzione, il sito che ha tracciato dal 1992 a oggi, 26412 persone in ingiusta detenzione, cioè una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico, persone condannate con sentenza definitiva ma poi assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato o un altro elemento fondamentale per scagionarli, il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti versati dal 1992 a oggi.
Parliamo dunque di una media annuale di oltre mille casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro l'anno. Catanzaro e Roma sono le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: nel capoluogo calabrese lo scorso anno si è fatta registrare la cifra monstre di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della capitale (poco più di 3 milioni e 900 mila euro).
Al terzo posto Bari, con indennizzi versati per oltre 3 milioni e 500 mila euro, scavalca Napoli, quarta in classifica con più di 2 milioni e 870 mila euro. Seguono nell'ordine Catania con oltre 1 milione e 900 mila euro, Palermo, Salerno, Messina, tutte con cifre pari a 1 milione e 500 mila euro assieme a Reggio Calabria e Milano che si attestano sul milione di euro.
di Marzia Paolucci
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