“La caccia all’uomo nero avvenuta a Macerata ci ha mostrato il baratro che abbiamo di fronte, la possibilità di evitare il precipitare degli eventi è ancora nelle nostre mani”.Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz allo sterminio nazista, in un messaggio video trasmesso dal palco della manifestazione Mai più fascismi in piazza del Popolo a Roma.
“Si è valicato un limite, passata una linea – ha affermato dopo aver precisato di non aver mai fatto politica – e se non si reagisce sarà un passaggio senza ritorno. Dopo i fatti di Macerata mi sono sentita sgomenta, è mai possibile che torni un tempo in cui qualcuno nella nostra Italia, esponendo simboli nazisti, decida di far strage di esseri umani non per qualcosa che hanno fatto ma per ciò che sono, per il colore della pelle”.
Ricordando il pretesto richiamato per motivare la sua azione dall’attentatore di Macerata, Segre ha dedicato un “pensiero commosso a Pamela Mastropietro”, per il cui omicidio sono indagati due stranieri. Ma, ha sottolineato, “le persone pronte a covare odio non mancano mai, sono menti deboli, suggestionabili, personalità fanatiche. Ma questi elementi ineliminabili non bastano per produrre il razzismo. Occorre convincere il fanatico che l’ingiustizia ha dei colpevoli, bersagli facili, persone che possiamo smettere di considerare nostri simili.
Ricordando il pretesto richiamato per motivare la sua azione dall’attentatore di Macerata, Segre ha dedicato un “pensiero commosso a Pamela Mastropietro”, per il cui omicidio sono indagati due stranieri. Ma, ha sottolineato, “le persone pronte a covare odio non mancano mai, sono menti deboli, suggestionabili, personalità fanatiche. Ma questi elementi ineliminabili non bastano per produrre il razzismo. Occorre convincere il fanatico che l’ingiustizia ha dei colpevoli, bersagli facili, persone che possiamo smettere di considerare nostri simili.
Tutte le persecuzioni, i genocidi, i pogrom nascono dalle parole, che quasi sempre occultano le cause reali delle ingiustizie e i veri rimedi, dirottando la rabbia degli offesi verso comodi capri espiatori”.Liliana Segre ha quindi lanciato “un appello a tutti i responsabili politici di tutte le tendenze, a coloro che operano nella comunicazione e contribuiscono a formare gli umori del popolo. So bene che essi mai accetterebbero un appello che provenisse dai loro avversari politici o da intellettuali di parte. Ma voglio illudermi che possano accettare le esortazioni di una vecchia nonna: non usate con leggerezza le parole, non fomentate odio e pregiudizi, non dividete gli esseri umani in categorie”.
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