Si chiama Conta fino a 10 l’iniziativa dell’associazione per i diritti umani che dopo il 2 marzo pubblicherà un report finale con tutte le dichiarazioni violente e discriminatorie.
Su questa campagna elettorale ha acceso i riflettori Amnesty International Italia che ha lanciato Conta fino a 10, un’iniziativa di sensibilizzazione per contrastare i discorsi violenti, aggressivi e discriminatori che prevalgono nel confronto politico in questo periodo. “C’è chi l’odio, anziché contrastarlo, lo semina, favorendolo e persino giustificandolo – ha dichiarato il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi – Speriamo che questa campagna renda ognuno e ognuna più consapevole delle parole che usa e dell’effetto che possono suscitare”.
L’associazione per i diritti umani ha creato un osservatorio che monitorerà ogni giorno fino al 2 marzo l’odio in rete diffuso dai partiti politici, raccogliendo l’uso di stereotipi, dichiarazioni offensive, razziste, discriminatorie e di incitamento alla violenza nei confronti di migranti e rifugiati, ma anche di persone lgbti, donne, minoranze religiose, rom.
A controllare sarà una task force specializzata, la rete di attivisti, coordinamenti e volontari di Amnesty International Italia che rileveranno eventuali dichiarazioni discriminatorie e di odio – divise tra offensive, gravi e molto gravi – pubblicate sui social di un campione rappresentativo di candidati alle politiche. Le dichiarazioni raccolte verranno rese pubbliche solo alla fine del monitoraggio, quando verrà presentato il rapporto finale.
I primi risultati del monitoraggio
Non è una sorpresa, ma la Lega è il partito che diffonde più spesso di tutti messaggi violenti o discriminatori. E probabilmente il partito di Matteo Salvini resterà in testa alla fine di questo monitoraggio. Che la Lega basi la propria campagna elettorale sull’odio non è una novità, ma di certo l’operazione di Amnesty servirà a mettere nero su bianco e in un unico report tutte le bestialità pronunciate da coloro che si candidano alla guida dell’Italia.
Non è una sorpresa, ma la Lega è il partito che diffonde più spesso di tutti messaggi violenti o discriminatori. E probabilmente il partito di Matteo Salvini resterà in testa alla fine di questo monitoraggio. Che la Lega basi la propria campagna elettorale sull’odio non è una novità, ma di certo l’operazione di Amnesty servirà a mettere nero su bianco e in un unico report tutte le bestialità pronunciate da coloro che si candidano alla guida dell’Italia.
E che hanno un seguito e anche un’influenza sull’opinione e – come nel caso di Macerata – sulle azioni di molte persone. Ma saranno di certo utili anche i dati riguardanti gli altri partiti; in questi giorni Amnesty ha raccolto quelli di Forza Italia, Fratelli d’Italia e M5S, partiti che in questa campagna rincorrono il Carroccio in questa gara a chi offende e attacca di più.
Difficile sarà smuovere la Lega dal suo primo posto, ma sarà interessante – per quanto inquietante – vedere quanto saliranno anche gli altri partiti.
Tra le dichiarazioni discriminatorie ce ne è una anche contro le donne pronunciata da Forza Italia.
Di questo passo, visto che il monitoraggio è iniziato da appena una settimana, i numeri sono destinati a salire e di molto nelle prossime due settimane che restano al silenzio elettorale. Ma i partiti che usano questo tipo di linguaggio sono già stati individuati.
Dall’8 febbraio, quando è partito il monitoraggio dell’associazione per i diritti umani, sono state individuate già 89 frasi razziste e xenofobe. La Lega è il partito che le ha usate di più, per il 69% delle volte. Seguono Forza Italia, Fratelli d’Italia e il Movimento 5 stelle.Dieci, invece, sono le dichiarazioni islamofobe – da offensive a molto gravi – tutte riconducibili alla Lega (90%) e a Forza Italia (10%).
Tra le dichiarazioni discriminatorie ce ne è una anche contro le donne pronunciata da Forza Italia.
Di questo passo, visto che il monitoraggio è iniziato da appena una settimana, i numeri sono destinati a salire e di molto nelle prossime due settimane che restano al silenzio elettorale. Ma i partiti che usano questo tipo di linguaggio sono già stati individuati.
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