Diventa sempre più forte e dura la tensione in Etiopia: nelle ultime ore più di 8500 persone hanno attraversato il confine con il Kenya a causa delle violenze nel loro paese.
Queste informazioni sono state rese note dalla Croce rossa con un comunicato stampa: il numero degli sfollati al confine è destinato ad aumentare nei prossimi giorni con i media locali che segnalano che molte famiglie, soprattutto donne e bambini, sono in viaggio verso Moyale, città al confine settentrionale.
Stando alle informazioni emanate dall’agenzia ufficiale Ena, sabato scorso forze governative etiopi hanno ucciso “per errore” nove civili nei pressi del confine: le vittime erano state scambiate per membri del Fronte di liberazione oromo (Olf) che cercavano di introdursi nel paese. Cinque militari coinvolti nell’incidente sono ora sospesi e si trovano sotto inchiesta.
La situazione in Etiopia rimane tesa dopo che a metà febbraio, in seguito a mesi di manifestazioni e proteste, il governo ha proclamato lo stato di emergenza. Questa decisione è stata presa dopo che ci sono state le dimissioni del primo ministro Haile Mariam Desalegn. Stando a quanto riferito dal ministro della difesa, Siraj Fegessa, la misura durerà almeno per altri sei mesi, con una possibile estensione di altri quattro. Fegessa ha ricordato che le forze dell’ordine avevano ricevuto l’incarico di «prendere misure» contro le proteste; tuttavia, «non ci sarà alcun colpo di stato militare» ha assicurato il ministro.
Stando alle informazioni emanate dall’agenzia ufficiale Ena, sabato scorso forze governative etiopi hanno ucciso “per errore” nove civili nei pressi del confine: le vittime erano state scambiate per membri del Fronte di liberazione oromo (Olf) che cercavano di introdursi nel paese. Cinque militari coinvolti nell’incidente sono ora sospesi e si trovano sotto inchiesta.
La situazione in Etiopia rimane tesa dopo che a metà febbraio, in seguito a mesi di manifestazioni e proteste, il governo ha proclamato lo stato di emergenza. Questa decisione è stata presa dopo che ci sono state le dimissioni del primo ministro Haile Mariam Desalegn. Stando a quanto riferito dal ministro della difesa, Siraj Fegessa, la misura durerà almeno per altri sei mesi, con una possibile estensione di altri quattro. Fegessa ha ricordato che le forze dell’ordine avevano ricevuto l’incarico di «prendere misure» contro le proteste; tuttavia, «non ci sarà alcun colpo di stato militare» ha assicurato il ministro.
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