Il giornalista e scrittore: “C'è chi si proclama fascista perché esiste un incoraggiamento ideologico. E destra e sinistra esistono: la prima è ovunque, la seconda si suicida”.
«Quando un fascista si fa vivo come fascista e si presenta come fascista vuol dire che da qualche parte ce ne sono cento». Furio Colombo, com’è nella sua natura, manifesta il suo pensiero con parole precise. Scrittore, giornalista, direttore coerente, coraggioso e mai dimenticato de l’Unità dal 2001 al 2005, è stato deputato dal 1996 al 2001 nell’Ulivo e dal 2008 al 2013 nel Pd. Promotore della benemerita legge che ha istituito la Giornata della memoria, editorialista del Fatto Quotidiano, ha le idee molto chiare su quanto sta avvenendo oggi in Italia, con svastiche sulle lapidi e neofascisti in libera circolazione, in Europa e nel mondo, e una sinistra a dir poco in ammollo. E conclude l’intervista citando Umberto Eco: “Il fascismo è sempre razzista, il razzismo è sempre fascista”.
Colombo, Silvio Berlusconi a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio ha detto che Luca Traini, l’attentatore di Macerata, è semplicemente un pazzo e il fascismo non tornerà: garantisce lui come moderato. Alessandro Di Battista dei 5 Stelle ha affermato che le categorie destra e sinistra oggi non esistono. Il suo giudizio?
Quando un fascista si fa vivo come fascista e si presenta come fascista vuol dire che da qualche parte ce ne sono cento. Se si fa vedere e si esibisce, vuol dire che sente un incoraggiamento ideologico, ambientale, culturale, qualunque interpretazione si dia della parola “cultura”. Non accade che uno dica “sono fascista” se non ce ne sono altri dieci nella sua vita o intorno. Magari suscitando l’idea che sono pochi perché se ne vedono pochi alla volta.
Episodi recenti della cronaca hanno visto in azione fascisti.
A Como, quando hanno occupato la casa di un gruppo di volontari che si occupano di immigrati, erano in 17. E hanno letto il loro manifestino. Se in una città molto civile, a modo e in ordine come Como compaiono 17 che ti occupano la casa vuol dire che ce ne sono 1700 da qualche parte pronti a sostenerli. Non esistono 17 fascisti da soli: è un ragionamento che qualunque osservatore, non dico uno psicologo dei comportamenti individuali o di massa, comprende.
Come minimo quindi una persona così viene tollerata?
Se frequentando un locale c’è qualcuno molto maleducato e aggressivo e ti devi guardare intorno, allora significa che quel locale lo tollera. Non può essere che nessuno abbia nulla da dire. E se si dice che appartiene al passato, ebbene, quel modo di aggredire è adesso, il fatto avviene ora, non nel passato.
Destra e sinistra esistono ancora?
Dire che destra e sinistra non esistono più è una frase sbagliata. Se non esistono più come fanno a esistere Trump o Erdogan? O Steve Bannon, l’ex consigliere numero uno alla Casa Bianca nel Paese più democratico del mondo e capo di un’organizzazione parafascista? Questo vuol dire che c’è un’attivissima destra americana. Così c’è un’attivissima destra inglese come abbiamo visto con la Brexit, c’è un’ attivissima destra francese come abbiamo visto in Francia. In Germania il partito dei Republikaner ha portato in Parlamento venti deputati di estrema destra. È ovunque. L’Ungheria è dominata da due partiti: quello di governo con maggioranza schiacciante è guidata daoun filo nazista dichiarato, il secondo partito, l’Jobbik, è molto più a destra, e sarebbe quella l’opposizione. In Polonia dal presidente al primo ministro e tutti i partiti a larghissima maggioranza si inginocchiano con il rosario ai confini del Paese per chiedere a Dio di tenere lontani i diversi. Sono posizioni in cui destra e fascismo coincidono.
In Italia?
In un Paese libero e democratico come l’Italia si è usato “destra” per dire “destra di mercato”, “destra dei profitti”, “del padronato”, “dei ricchi”, la “destra di classe”. La parola “destra” ora vuol dire una destra di potere che non discute, che esclude, che spacca, che rigetta, che chiude i confini. Ci descrive un’area larga dove nella storia si formano infezioni di fascismo.
La sinistra c’è?
In questa situazione la destra esiste e la sinistra non esiste perché in Italia, in Francia, in Germania ha smesso di voler esistere. È un grandissimo suicidio. Ma dire che destra e sinistra non esistono non è vero: la destra vive e trionfa come non mai mentre la sinistra non esiste. Viviamo in un mondo squilibrato e pericoloso.
Poco fa ha usato il termine “cultura”. La cultura cosa fa?
È debole e assente. Ci dirà la cultura stessa il perché rivedendo questi fatti ma resta il fatto che ora solo un testo di alta cultura connette i rigurgiti del fascismo con quello che capita con il problema dell’immigrazione: il “Fascismo eterno” di Umberto Eco pubblicato dalla Nave di Teseo da una conferenza alla Columbia University di New York.
E cosa ha detto Eco?
“Il fascismo è sempre razzista, il razzismo è sempre fascista”.
In un Paese libero e democratico come l’Italia si è usato “destra” per dire “destra di mercato”, “destra dei profitti”, “del padronato”, “dei ricchi”, la “destra di classe”. La parola “destra” ora vuol dire una destra di potere che non discute, che esclude, che spacca, che rigetta, che chiude i confini. Ci descrive un’area larga dove nella storia si formano infezioni di fascismo.
La sinistra c’è?
In questa situazione la destra esiste e la sinistra non esiste perché in Italia, in Francia, in Germania ha smesso di voler esistere. È un grandissimo suicidio. Ma dire che destra e sinistra non esistono non è vero: la destra vive e trionfa come non mai mentre la sinistra non esiste. Viviamo in un mondo squilibrato e pericoloso.
Poco fa ha usato il termine “cultura”. La cultura cosa fa?
È debole e assente. Ci dirà la cultura stessa il perché rivedendo questi fatti ma resta il fatto che ora solo un testo di alta cultura connette i rigurgiti del fascismo con quello che capita con il problema dell’immigrazione: il “Fascismo eterno” di Umberto Eco pubblicato dalla Nave di Teseo da una conferenza alla Columbia University di New York.
E cosa ha detto Eco?
“Il fascismo è sempre razzista, il razzismo è sempre fascista”.
Stefano Miliani
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