Il provvedimento punisce chi parla di coinvolgimento polacco nei crimini della Germania nazista e ha provocato una crisi con Israele. La Polonia della maggioranza nazional-conservatrice ed euroscettica ha definitivamente passato il Rubicone.
Il cancello del campo di concentramento
tedesco di Auschwitz, in Polonia
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È entrata oggi in vigore la controversa legge sull´Olocausto. Cioè la legge votata dal Sejm (camera bassa) e poi ratificata dal giovane presidente Andrzej Duda, legge la quale punisce con condanne fino a tre anni di reclusione non solo chiunque assurdamente definisce "campi polacchi" i Lager costruiti e gestiti dagli allora occupanti nazisti tedeschi per attuare l´Olocausto, cioè il genocidio del popolo ebraico, bensì sanziona con la stessa pena anche chi citando magari gli studi documentati di autorevoli storici come Jan Gross e altri ricorda che ci furono anche complicità di singoli polacchi nell´esecuzione della Shoah, e che alcuni pogrom (massacri di ebrei), segnatamente a Jedwabne durante la guerra e a Kielce dopo la fine del conflitto, condotti per antisemitismo da cittadini ebrei.
Firmando la legge, il capo dello Stato l´aveva anche inviata alla Corte costituzionale per chiederle di pronunciarsi quanto prima sui dubbi di costituzionalità. Ma intanto la legge, che appunto entra oggi in vigore, ha causato una gravissima crisi politica tra la Polonia da un lato e dall´altro non solo lo Stato d´Israele bensí anche le comunità ebraiche di tutto il mondo, l´Unione Europea, e gli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi, il premier Mateusz Morawiecki aveva annunciato una apparente marcia indietro sulla legge, e inviato una delegazione in Israele per aprire trattative in merito a livello intergovernativo. Ciò non ha bloccato appunto l´entrata in vigore del testo. Invano, settimane fa, in una lettera aperta pubblicata in esclusiva per l´Italia dall´edizione cartacea di Repubblica, i massimi esponenti della comunità ebraica polacca e altri illustri intellettuali polacchi avevano chiesto al governo un ripensamento e l´apertura di un dialogo sul tema.
Secondo quanto detto oggi dal governo, la legge è conforme al quadro istituzionale polacco e dunque non c'è motivo di un suo congelamento in attesa della presa di posizione della Corte costituzionale. Nelle stesse ore il Parlamento europeo affermava che i diritti fondamentali sono a rischio in Polonia, chiedendo alla Commissione di andare avanti con sanzioni severe. L´Ungheria ha promesso dall´inizio di bloccare con il veto ogni decisione Ue contro Varsavia.
Andrea Tarquini
Firmando la legge, il capo dello Stato l´aveva anche inviata alla Corte costituzionale per chiederle di pronunciarsi quanto prima sui dubbi di costituzionalità. Ma intanto la legge, che appunto entra oggi in vigore, ha causato una gravissima crisi politica tra la Polonia da un lato e dall´altro non solo lo Stato d´Israele bensí anche le comunità ebraiche di tutto il mondo, l´Unione Europea, e gli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi, il premier Mateusz Morawiecki aveva annunciato una apparente marcia indietro sulla legge, e inviato una delegazione in Israele per aprire trattative in merito a livello intergovernativo. Ciò non ha bloccato appunto l´entrata in vigore del testo. Invano, settimane fa, in una lettera aperta pubblicata in esclusiva per l´Italia dall´edizione cartacea di Repubblica, i massimi esponenti della comunità ebraica polacca e altri illustri intellettuali polacchi avevano chiesto al governo un ripensamento e l´apertura di un dialogo sul tema.
Secondo quanto detto oggi dal governo, la legge è conforme al quadro istituzionale polacco e dunque non c'è motivo di un suo congelamento in attesa della presa di posizione della Corte costituzionale. Nelle stesse ore il Parlamento europeo affermava che i diritti fondamentali sono a rischio in Polonia, chiedendo alla Commissione di andare avanti con sanzioni severe. L´Ungheria ha promesso dall´inizio di bloccare con il veto ogni decisione Ue contro Varsavia.
Andrea Tarquini
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