Sicurezza Internazionale
Il nuovo premier etiope, Abiy Ahmed, ha annunciato di voler modificare la costituzione dell’Etiopia,introducendo un limite di due mandati per la carica di primo ministro. Abiy ha rilasciato la dichiarazione nel corso di un discorso pubblico nella città di Awasa, dove migliaia di persone si sono radunate per incontrarlo, giovedì 26 aprile.
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Abiy Ahmed |
Il premier ha dichiarato che, grazie all’emendamento, nessun leader potrà più rimanere in carica per più di due mandati, affermando che si tratterebbe della fine della “detenzione del potere per tutta la vita” in Etiopia.
Come riportato dall’agenzia di stampa locale Ethiopian News Agency, Abiy ha espresso la volontà di emendare la costituzione, ma non ha fornito ulteriori dettagli riguardo i tempi necessari per il cambiamento.
Il primo ministro ha altresì lodato il suo predecessore, Hailemariam Desalegn, per aver deciso di rassegnare le dimissioni e fare spazio a un percorso di ammodernamento e riforme nel Paese. In questo contesto, Abiy ha sottolineato che, nonostante Hailemariam si sia dimesso in un momento in cui avrebbe potuto “fare molto per il proprio Paese”, continuano a esserci leader che “si rifiutano di lasciare il proprio incarico sebbene debbano andare in pensione”.
Abiy ha anche risposto a diverse domande riguardo lo sviluppo delle infrastrutture, il buon governo e l’uguaglianza di genere, impegnandosi a contrastare la corruzione, migliorare l’emancipazione femminile e colmare le lacune presenti in questi settori. Infine, il premier ha ribadito pubblicamente l’intenzione di voler emanare nuove riforme democratiche e migliorare quelle esistenti.
Ad oggi, in Etiopia è in vigore un sistema di governo parlamentare in cui il partito con la maggioranza dei seggi nomina il primo ministro e, come previsto dall’attuale costituzione, il mandato del premier ha durata illimitata. Le prossime elezioni politiche nel Paese sono previste per il 2020.
Da quando ha assunto la carica di primo ministro, Abiy ha promesso “un nuovo inizio politico”, che dovrebbe comprendere l’avvio di riforme democratiche e in materia di sicurezza, per porre fine alle proteste che hanno caratterizzato il Paese negli ultimi tre anni.
L’Oromia è la regione da cui, nel novembre 2015, sono partite le manifestazioni e le proteste politiche nei confronti del governo etiope a causa del Master Plan, un progetto finalizzato ad espandere il territorio della capitale a discapito degli abitanti delle aree circostanti. Nonostante l’iniziativa sia stata cancellata nel gennaio 2016, le proteste sono continuate, espandendosi nel resto del Paese fino a quando, il 16 febbraio 2018, è entrato in vigore lo stato di emergenza.
Negli ultimi 15 anni, l’Etiopia si è distinta per un alto tasso di crescita economica, diventando uno dei principali attori del Corno d’Africa sia sul piano economico sia su quello della sicurezza. È previsto che lo Stato africano diventi il primo esportatore di energia dell’area, nonché il Paese più importante per la produzione di energia rinnovabile di tutto continente. “Poiché l’Etiopia è in una rapida fase di crescita”, ha riferito il primo ministro Abiy, “non è possibile consentire a poche persone di rimanere in carica per lungo tempo”.