Un sacerdote è stato assassinato domenica dopo aver celebrato messain una parrocchia del Nord Kivu, provincia dell'est della Repubblica Democratica del Congo dove le violenze sono continuate negli ultimi anni nonostante la fine del conflitto armato che ha lacerato il Paese fino al 2003.
Come riferito dalla diocesi di Goma, il capoluogo della provincia, a perdere la vita è stato padre Etienne Sengiyumva, parroco di Kitchanga. A ucciderlo a Kyahemba, una circoscrizione della sua parrocchia, dopo che aveva celebrato la messa, un battesimo e un matrimonio, potrebbero essere stati miliziani di qualche gruppo armato.
La settimana scorsa nel Nord Kivu era stato sequestrato un sacerdote, poi liberato. La provincia è ricca di risorse minerarie ma instabile e insicura: scontri, uccisioni, violenze sessuali e rapimenti sono praticamente all'ordine del giorno.
Il vescovo: un'esecuzione. «Preghiamo per la pace»
«Chiedo ai fedeli della Chiesa universale di pregare per la nostra regione affinché possa ritrovare la pace». È l'appello lanciato da monsignor Thèophile Kaboy Ruboneka, vescovo di Goma. Il vescovo ha raccontato all'agenzia Fides che don Etienne, alle 15, aveva riunito i suoi collaboratori, quando un uomo armato, accompagnato da altre persone, è entrato nella sala e gli ha sparato a bruciapelo alla testa uccidendolo sul colpo. «L'omicidio è stato così rapido - aggiunge il vescovo - che gli astanti non si sono resi conto del numero di persone che sono entrate nella sala per uccidere don Etienne».
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Secondo il vescovo Ruboneka «è difficile attribuire delle responsabilità. La nostra regione è infestata di gruppi armati diversi, almeno 15, che non si riescono a smantellare nonostante la presenza dell'esercito regolare e dei Caschi Blu della Monusco». «Don Etienne è il terzo prete ucciso nell'area», ricorda il vescovo. «Qui nel Nord Kivu - aggiunge - viviamo nel caos totale. La situazione della mia diocesi di Goma, come quella di Butembo-Beni, è incredibile. Siamo completamente abbandonati da tutti; viviamo solo grazie alla Provvidenza».
La settimana scorsa nel Nord Kivu era stato sequestrato un sacerdote, poi liberato. La provincia è ricca di risorse minerarie ma instabile e insicura: scontri, uccisioni, violenze sessuali e rapimenti sono praticamente all'ordine del giorno.
Il vescovo: un'esecuzione. «Preghiamo per la pace»
«Chiedo ai fedeli della Chiesa universale di pregare per la nostra regione affinché possa ritrovare la pace». È l'appello lanciato da monsignor Thèophile Kaboy Ruboneka, vescovo di Goma. Il vescovo ha raccontato all'agenzia Fides che don Etienne, alle 15, aveva riunito i suoi collaboratori, quando un uomo armato, accompagnato da altre persone, è entrato nella sala e gli ha sparato a bruciapelo alla testa uccidendolo sul colpo. «L'omicidio è stato così rapido - aggiunge il vescovo - che gli astanti non si sono resi conto del numero di persone che sono entrate nella sala per uccidere don Etienne».
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Secondo il vescovo Ruboneka «è difficile attribuire delle responsabilità. La nostra regione è infestata di gruppi armati diversi, almeno 15, che non si riescono a smantellare nonostante la presenza dell'esercito regolare e dei Caschi Blu della Monusco». «Don Etienne è il terzo prete ucciso nell'area», ricorda il vescovo. «Qui nel Nord Kivu - aggiunge - viviamo nel caos totale. La situazione della mia diocesi di Goma, come quella di Butembo-Beni, è incredibile. Siamo completamente abbandonati da tutti; viviamo solo grazie alla Provvidenza».
Le critiche dei cattolici a Kabila. A dicembre le elezioni
Il contesto è quello di un Paese segnato anche da tensioni politiche, con la Chiesa molto critica verso il capo di Stato Joseph Kabila, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali in agenda per dicembre.
La Repubblica democratica del Congo è stata, insieme a Sud Sudan e Siria, uno Paesi al quali papa Francesco ha dedicato la Giornata di digiuno e preghiera di venerdì 23 febbraio. Il governo sembra arroccarsi sempre più su una posizione di chiusura.
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