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sabato 28 aprile 2018

Proteste Gaza-Israele: 4 palestinesi morti, quasi mille feriti. Onu e Amnesty: "Uso sproporzionato della forza"

SKI TG24
Ancora vittime nel quinto venerdì di tensioni per la “Grande Marcia del Ritorno” voluta da Hamas. Dal 30 marzo i morti sono oltre 40. Trump: potrei andare all'apertura dell'ambasciata a Gerusalemme



Ancora scontri, vittime e feriti lungo la barriera tra la Striscia di Gaza e Israele, nel quinto venerdì di protesta sotto lo slogan della "Grande marcia del ritorno" voluta da Hamas. Il numero dei palestinesi rimasti uccisi negli scontri è salito a 4. Lo rende noto il ministero della Sanità palestinese, riferisce Haaretz. La quarta vittima è un ragazzo di 15 anni morto per le ferite riportate. 


Negli scontri sono rimasti feriti almeno 833 palestinesi: di questi, 4 fanno parte del personale medico e sei sono giornalisti, riferisce sempre il ministero della Sanità palestinese. Due feriti sono in gravi condizioni. Dal 30 marzo sono morti più di 40 palestinesi nelle proteste indette per rivendicare il "diritto al ritorno".

Le proteste al confine
Secondo un portavoce, alle manifestazioni hanno partecipato 10mila palestinesi, suddivisi in cinque punti di frizione lungo la linea di demarcazione con Israele. Come nelle settimane precedenti, gruppi di giovani hanno incendiato pneumatici lungo il confine, hanno lanciato verso Israele aquiloni con oggetti in fiamme e hanno cercato di trainare verso la Striscia tratti di reticolati. In una di queste azioni, al valico di Karni, sono stati vicini ad aprire un varco e sono stati respinti col fuoco e con i lacrimogeni. Secondo un portavoce israeliano, i dimostranti “hanno lanciato ordigni esplosivi, bombe a mano, bottiglie incendiarie e pietre” e i soldati hanno impedito il tentativo di infiltrazione.

Gli appelli
La giornata era iniziata a Gaza in un clima di febbrile mobilitazione, dopo che in nottata nel campo profughi di Jabalya è stato sepolto Fadi al-Batsh, l'ingegnere di Hamas ucciso la settimana scorsa in Malesia in un attentato che la sua organizzazione attribuisce al Mossad israeliano. Nel corso della giornata alcuni dirigenti di Hamas hanno raggiunto i dimostranti e hanno esortato la popolazione di Gaza a non desistere dalla lotta per forzare il blocco e rompere le linee di confine. Un consigliere del presidente Abu Mazen ha invece fatto appello agli abitanti di Gaza perché non seguano la politica degli "avventurieri" e "non mandino i figli a morire".
Le accuse

Intanto, l'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu e Amnesty International sono tornati separatamente ad accusare i militari israeliani di aver fatto “un uso sproporzionato della forza nei confronti di dimostranti disarmati”. Il Centro di informazione sull' intelligence e il terrorismo (Iitc) di Tel Aviv, invece, ha pubblicato un'analisi secondo cui l'80 per cento dei primi 40 palestinesi uccisi sul confine erano “membri attivi o fiancheggiatori di gruppi terroristici”.

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