Uno dei principali attivisti del mondo arabo è stato portato via dalla sua casa la scorsa notte: l'ultimo di una lunga serie di fermi che riguardano chi denuncia abusi e violenze.
Wael Abbas |
Il Cairo - Wael Abbas, uno dei padri della rivoluzione egiziana, il più famoso blogger del Paese, è stato arrestato la scorsa notte nella sua casa del Cairo. Abbas è stato bendato e portato via verso un luogo che non si conosce, senza che gli fosse consentito di avvertire il suo avvocato secondo quanto riferito dagli attivisti dell'Arab Network for human rights al giornale on line egiziano Mada Masr. Le stesse fonti sostengono che dalla casa dell'attivista sono stati sequestrati telefoni, computer, libri e altri oggetti.
Abbas è uno dei nomi più importanti della Rete araba: con il suo lavoro, da anni, ha esposto violenze, soprusi e torture da parte della polizia sui civili. Un'azione che ha dimostrato, sin dal 2007, le potenzialità di Internet in società chiuse e controllate come quella dell'Egitto dell'ex presidente Hosni Mubarak. Proprio per questo e per aver costruito quel network di profili, personalità e capacità che ha poi animato Piazza Tahrir nel 2011, è considerato uno dei padri della rivoluzione. Abbas è da tempo nel mirino del governo del presidente Al Sisi, come lo era stato nell'era di Mubarak: i suoi account Twitter, Facebook e Youtube sono stati a più riprese sospesi o hackerati.
L'arresto di Abbas, che ha ricevuto diversi premi internazionali per il suo lavoro, è l'ultima dimostrazione della repressione a cui sono sottoposti gli attivisti in Egitto. Di qualche giorno fa era la notizia dell'arresto di Amal Fathy, attivista arrestata al Cairo l'11 maggio scorso insieme al figlio di tre anni e al marito, Mohamed Lotfy, poi scarcerati. Fathy è accusata di "terrorismo" dopo aver pubblicato un video su internet in cui denunciava le autorità egiziane di non difendere le donne dalle molestie sessuali: suo marito è il fondatore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà e consulente legale della famiglia Regeni che ha promosso uno sciopero della fame per chiedere la sua liberazione
Abbas è uno dei nomi più importanti della Rete araba: con il suo lavoro, da anni, ha esposto violenze, soprusi e torture da parte della polizia sui civili. Un'azione che ha dimostrato, sin dal 2007, le potenzialità di Internet in società chiuse e controllate come quella dell'Egitto dell'ex presidente Hosni Mubarak. Proprio per questo e per aver costruito quel network di profili, personalità e capacità che ha poi animato Piazza Tahrir nel 2011, è considerato uno dei padri della rivoluzione. Abbas è da tempo nel mirino del governo del presidente Al Sisi, come lo era stato nell'era di Mubarak: i suoi account Twitter, Facebook e Youtube sono stati a più riprese sospesi o hackerati.
L'arresto di Abbas, che ha ricevuto diversi premi internazionali per il suo lavoro, è l'ultima dimostrazione della repressione a cui sono sottoposti gli attivisti in Egitto. Di qualche giorno fa era la notizia dell'arresto di Amal Fathy, attivista arrestata al Cairo l'11 maggio scorso insieme al figlio di tre anni e al marito, Mohamed Lotfy, poi scarcerati. Fathy è accusata di "terrorismo" dopo aver pubblicato un video su internet in cui denunciava le autorità egiziane di non difendere le donne dalle molestie sessuali: suo marito è il fondatore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà e consulente legale della famiglia Regeni che ha promosso uno sciopero della fame per chiedere la sua liberazione
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