Taner Kilic e altri 10 attivisti per i diritti umani sono accusati di terrorismo per supposti legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Amnesty: "contro di loro nessuna prova lo conferma un rapporto della polizia".
Riprende oggi a Istanbul il processo nei confronti del presidente onorario di Amnesty International in Turchia, Taner Kilic, e altri 10 attivisti per i diritti umani accusati di terrorismo.
Da oltre un anno in carcerazione preventiva e unico degli imputati ancora in prigione, Kilic, noto avvocato per i diritti umani, era stato arrestato con l'accusa di "appartenenza a un'organizzazione terroristica" per supposti legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen.
Ci sono però delle importanti novità. Nei giorni scorsi, ha sottolineato Amnesty, il rapporto di 15 pagine trasmesso dalla polizia alla pubblica accusa non ha rinvenuto alcuna prova che Kilic abbia avuto sul suo cellulare l'applicazione di messaggistica ByLock, che secondo i magistrati veniva usata dai 'gulenisti' per scambiarsi informazioni criptate. Un rapporto che potrebbe rivelarsi decisivo dal momento che il presunto download e utilizzo dell'applicazione è al centro del procedimento giudiziario.
"Quando sarò rilasciato - ha detto Kilic incontrando nel carcere di massima sicurezza di Sakran a Smirne il segretario generale di Amnesty, Salil Shetty - voglio riprendere il mio lavoro. So, ora più che mai, quanto siano importanti i diritti umani".
"Alla quarta udienza del processo - ha commentato Salil Shetty - senza uno straccio di prova per corroborare le assurde accuse mosse nei suoi confronti, ora Taner dev'essere rilasciato. Quelle accuse e la sua detenzione sono uno schiaffo alla giustizia. Questa vicenda deve finire una volta per tutte".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.