Papa Francesco ha approvato una modifica al testo del Catechismo della Chiesa Cattolica per dichiarare l'inammissibilità della pena capitale in ogni circostanza
Papa Francesco parla al Congresso americano contro la pena di morte (settembre 2015) |
“Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi”, ha detto il pontefice.
Finora l’insegnamento tradizionale della Chiesa non escludeva in modo assoluto il ricorso alla pena di morte. Il punto modificato dal pontefice è relativo al paragrafo 2267 del Catechismo: “L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticale per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani”.
La formulazione era stata voluta e chiesta alla Santa Sede dal rappresentante dell’Episcopato del Cile nel Comitato di redazione del Catechismo, come aveva rivelato l’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Il Concilio di Trento, ripreso poi dal Catechismo maggiore di Pio X, aveva detto che è lecito uccidere quando si combatte “una guerra giusta” e quando “si esegue per ordine dell’autorità suprema la condanna di morte in pena di qualche delitto”.
Nel 2005, era stato apportato un cambiamento: “Oggi a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi di assoluta necessità di pena di morte sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti”.
La stessa posizione era stata espressa da Giovanni Paolo II nel 1999, mentre si trovava in visita negli Stati Uniti, quando aveva riconosciuto che “la società moderna possiede gli strumenti per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di ravvedersi”. Da qui l’appello “per abolire la pena di morte, che è crudele e inutile”.
Nel febbraio 2001 Papa Wojtyla l’aveva abolita in modo definitivo dalla Legge fondamentale vaticana.
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