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sabato 4 agosto 2018

Rovigo, nessuno raccoglie la frutta. "Cerchiamo 300 operai agricoli". Difficile assumere personale straniero.

Il Resto del Carlino
Rovigo - Per gli italiani è un lavoro troppo faticoso e poco redditizio, per gli extracomunitari è la burocrazia fatta di tanti controlli a bloccare gli imprenditori al momento dell’assunzione. Mancano gli operai per la raccolta della frutta e gli agricoltori sono in grave difficoltà, mentre incombe la campagna prevista per agosto e settembre. A lanciare l’allarme è Confagricoltura di Rovigo: alle aziende polesane servono 300 operai agricoli, ma non si trovano. 


Secondo l’associazione già in questi giorni molti agricoltori hanno manifestato difficoltà nel reperire operai disponibili ad essere assunti secondo il contrato nazionale di lavoro per le fasi di raccolta delle pere e mele nelle aziende che operano in Polesine. 

«Ce ne servono – afferma il presidente Stefano Casalini – almeno 300 da adibire a questa mansione. Prima di andare a reperire personale da fuori provincia o appartenenti a società o cooperative di servizio che a volte possono creare problemi in ordine all’applicazione corretta delle norme vigenti, gli stessi imprenditori pensano si debba offrire alle persone che vivono nel nostro territorio un’opportunità economica per un periodo di tempo determinato».

Perché siamo arrivati a questa impasse? «Il problema di trovare manodopera – aggiunge Casalini – si è aggravato con l’abolizione dei voucher come sistema di pagamento. Stiamo vivendo una situazione difficile nel reperire personale adeguato alla raccolta della frutta, un problema che si è accentuato col passare degli anni. Ma non è solo una questione riguardante l’abolizione dei voucher, che ci faceva molto comodo per l’assunzione di ragazzi e pensionati, c’è l’intreccio con il fenomeno storico legato ai flussi migratori, alla difficoltà di avere personale straniero».

Confagricoltura, in accordo con la Provincia, temendo il peggio, è corsa ai ripari. Ed ha invitato gli interessati a rivolgersi oltre che agli uffici dell’associazione anche ai Centri per l’impiego di Rovigo, Adria e Badia a Polesine che sono già disponibili a effettuare una selezione dei candidati da proporre alle aziende. 

Ma il malessere sui campi polesani è diffuso. «Il problema del reperimento di manodopera – testimonia l’agricoltore Gianpietro Lupato – è grande come una casa. E tutti i colleghi sono in affanno, chi più chi meno. Già l’anno scorso erano emersi i sintomi di questa crisi, però qualcuno era riuscito a tappare il buco utilizzando famigliari e parenti o rivolgendosi alle cooperative, ma stavolta la vedo molto brutta».

Giuliano Ramazzina

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