Gli scontri in Ucraina Orientale tra le milizie vicino alla Russia e le truppe di Kiev continuano a fare morti. Anche se ormai non ne parla più nessuno, la storia del conflitto del Donbass, cominciato quattro anni fa, ha già fatto più di 10 mila vittime, tra cui molti civili, tra cui anche donne e bambini.
In Donbass, nell’Ucraina Orientale, nonostante se ne parli molto poco e nonostante gli accordi di Minsk dovrebbero garantire una tregua, la guerra iniziata nel 2014 continua a fare morti e feriti. Le ultime vittime civili del conflitto sono tre adolescenti tra i 13 e i 15 anni, colpiti da una mina alla fine di settembre nella città di Gorlovka, nella zona cuscinetto che divide i miliziani filorussi dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e le truppe di Kiev.
Oltre 10 mila morti nella guerra in Ucraina Orientale
I dati rilasciati dalle Nazioni Unite sulla guerra del Donbass parlano di oltre 10 mila morti, più di 30 mila feriti e poco meno di 2 milioni di sfollati da quando si sono aperte le ostilità.
«La guerra nell’Est del Paese continua ad annientare vite umane, a distruggere case e attività economiche. La comunità è in lacrime», ha dichiarato recentemente Kate Gilmore, vice Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani.
«Dall’inizio delle ostilità sono stati oltre 3 mila i civili uccisi e circa 9 mila quelli feriti. Come documentato dal nostro ultimo rapporto, solo tra il 16 maggio e il 15 agosto di quest’anno sono state registrate 105 vittime civili nell’Ucraina Orientale, 12 morti e 93 feriti», ha spiegato Gilmore.
Oltre 10 mila morti nella guerra in Ucraina Orientale
I dati rilasciati dalle Nazioni Unite sulla guerra del Donbass parlano di oltre 10 mila morti, più di 30 mila feriti e poco meno di 2 milioni di sfollati da quando si sono aperte le ostilità.
«La guerra nell’Est del Paese continua ad annientare vite umane, a distruggere case e attività economiche. La comunità è in lacrime», ha dichiarato recentemente Kate Gilmore, vice Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani.
«Dall’inizio delle ostilità sono stati oltre 3 mila i civili uccisi e circa 9 mila quelli feriti. Come documentato dal nostro ultimo rapporto, solo tra il 16 maggio e il 15 agosto di quest’anno sono state registrate 105 vittime civili nell’Ucraina Orientale, 12 morti e 93 feriti», ha spiegato Gilmore.
Onu: città del Donbass tra le più minate al mondo
Nel dicembre 2017 le Nazioni Unite hanno dichiarato che 220 mila bambini rischiano di morire per colpa delle mine nascoste nelle zone di conflitto dell’Ucraina Orientale e che la regione sarebbe diventata una delle più contaminate al mondo.
Le mine terrestri e gli esplosivi rimasti inesplosi, ha detto inoltre l’Onu, hanno ucciso 37 adolescenti e ferito almeno 107 persone dall’inizio della guerra. Secondo la Missione speciale di monitoraggio dell’Osce, solo nel 2018 sono stati feriti o uccisi 23 bambinidurante i combattimenti.
Nel dicembre 2017 le Nazioni Unite hanno dichiarato che 220 mila bambini rischiano di morire per colpa delle mine nascoste nelle zone di conflitto dell’Ucraina Orientale e che la regione sarebbe diventata una delle più contaminate al mondo.
Le mine terrestri e gli esplosivi rimasti inesplosi, ha detto inoltre l’Onu, hanno ucciso 37 adolescenti e ferito almeno 107 persone dall’inizio della guerra. Secondo la Missione speciale di monitoraggio dell’Osce, solo nel 2018 sono stati feriti o uccisi 23 bambinidurante i combattimenti.
Ucraina, Russia ed Europa: storia di un conflitto
La crisi in Ucraina è scoppiata il 21 novembre 2013, quando l’allora presidente Viktor Yanukovych ha interrotto i preparativi per un accordo di associazione dell’Ucraina all’Europa in favore di un altro accordo che legava ancor più il Paese alla Russia. Per questo sono iniziate le proteste di piazza note come Euromaidan.
Dopo mesi di violenti scontri, il 22 febbraio 2014 Yanukovich ha lasciato Kiev. Il cambiamento di linea politica interna ed europea ha scatenato la reazione delle aree del Paese a maggioranza russa e a fine febbraio dello stesso anno uomini armati filorussi hanno occupato gli edifici governativi in Crimea. Mosca ha appoggiato a parole le rivendicazioni e a metà marzo il popolo della Crimea, tramite un referendum, ha approvato l’annessione alla Russia.
La crisi in Ucraina è scoppiata il 21 novembre 2013, quando l’allora presidente Viktor Yanukovych ha interrotto i preparativi per un accordo di associazione dell’Ucraina all’Europa in favore di un altro accordo che legava ancor più il Paese alla Russia. Per questo sono iniziate le proteste di piazza note come Euromaidan.
Dopo mesi di violenti scontri, il 22 febbraio 2014 Yanukovich ha lasciato Kiev. Il cambiamento di linea politica interna ed europea ha scatenato la reazione delle aree del Paese a maggioranza russa e a fine febbraio dello stesso anno uomini armati filorussi hanno occupato gli edifici governativi in Crimea. Mosca ha appoggiato a parole le rivendicazioni e a metà marzo il popolo della Crimea, tramite un referendum, ha approvato l’annessione alla Russia.
La guerra arriva a Donetsk e altre città dell’Est Ucraina
Successivamente i ribelli filorussi hanno imbracciato le armi anche in diverse parti dell’est del Paese, come Donetsk, Kharkiv e Lugansk, chiedendo una consultazione per l’indipendenza. I combattimenti durano da allora, in un contesto di sempre maggiori tensioni internazionali tra Mosca e i Paesi dell’Occidente intervenuti con sanzioni economiche e minacce in difesa degli interessi dell’Ucraina e, ovviamente, della Nato.
La rivolta di piazza Maidan, la Crimea e la guerra fratricida tra le truppe governative e i miliziani del Donbass, infatti, sono episodi recenti di una storia molto più vecchia. E il rischio è quello di rompere definitivamente i già delicati equilibri geopolitici instaurati dopo la Guerra fredda.
Successivamente i ribelli filorussi hanno imbracciato le armi anche in diverse parti dell’est del Paese, come Donetsk, Kharkiv e Lugansk, chiedendo una consultazione per l’indipendenza. I combattimenti durano da allora, in un contesto di sempre maggiori tensioni internazionali tra Mosca e i Paesi dell’Occidente intervenuti con sanzioni economiche e minacce in difesa degli interessi dell’Ucraina e, ovviamente, della Nato.
La rivolta di piazza Maidan, la Crimea e la guerra fratricida tra le truppe governative e i miliziani del Donbass, infatti, sono episodi recenti di una storia molto più vecchia. E il rischio è quello di rompere definitivamente i già delicati equilibri geopolitici instaurati dopo la Guerra fredda.
La guerra più sanguinosa d’Europa dopo l’ex Jugoslavia
Da una parte abbiamo una popolazione che strizza l’occhio all’Occidente. Dall’altra, invece, una popolazione che ha oggettivamente radici russe e che è legata storicamente e culturalmente con Mosca. Intanto il conflitto prosegue ed è il più sanguinoso della storia recente in Europa dopo le guerre dei primi anni Novanta nella ex Jugoslavia.
Da una parte abbiamo una popolazione che strizza l’occhio all’Occidente. Dall’altra, invece, una popolazione che ha oggettivamente radici russe e che è legata storicamente e culturalmente con Mosca. Intanto il conflitto prosegue ed è il più sanguinoso della storia recente in Europa dopo le guerre dei primi anni Novanta nella ex Jugoslavia.
Guerra in Ucraina: soluzione politica ancora lontana
In questo momento, secondo fonti dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, i militari ucraini starebbero provando ad avanzare in diverse zone del fronte, ma i filorussi starebbero mantenendo le loro posizioni. Ogni mattina i separatisti diramano un comunicato con le violazioni continue dell’esercito di Kiev, scrivendo ogni attacco ricevuto nei diversi villaggi, le persone rimaste morte e ferite. In 48 ore di conflitto, invece, le forze armate governative hanno accusato i separatisti di aver violato la tregua 28 volte.
In questo accusarsi a vicenda solo una cosa è certa: i combattimenti non si fermano. E mentre una soluzione politica sembra ancora lontana, i civili continuano a morire.
Fabio Polese
In questo momento, secondo fonti dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, i militari ucraini starebbero provando ad avanzare in diverse zone del fronte, ma i filorussi starebbero mantenendo le loro posizioni. Ogni mattina i separatisti diramano un comunicato con le violazioni continue dell’esercito di Kiev, scrivendo ogni attacco ricevuto nei diversi villaggi, le persone rimaste morte e ferite. In 48 ore di conflitto, invece, le forze armate governative hanno accusato i separatisti di aver violato la tregua 28 volte.
In questo accusarsi a vicenda solo una cosa è certa: i combattimenti non si fermano. E mentre una soluzione politica sembra ancora lontana, i civili continuano a morire.
Fabio Polese
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