Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non ha difficoltà a dirlo: "La Libia non è un porto sicuro". Una dichiarazione in netto contrasto con la politica del governo che ha delegato le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo alla guardia costiera libica che, naturalmente, riporta i migranti in Libia.
E si scatena un putiferio con le opposizioni che chiedono comportamenti coerenti, e cioè la riapertura dei porti italiani.
"In senso stretto e giuridico - ha spiegato Moavero Milanesi rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa con la collega norvegese - la Libia non può essere considerata porto sicuro, e come tale infatti viene trattata dalle varie navi che effettuano dei salvataggi. La nozione di porto sicuro e di Paese sicuro è legata a convenzioni internazionali, che attualmente non sono state tutte sottoscritte dalla Libia".
"In senso stretto e giuridico - ha spiegato Moavero Milanesi rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa con la collega norvegese - la Libia non può essere considerata porto sicuro, e come tale infatti viene trattata dalle varie navi che effettuano dei salvataggi. La nozione di porto sicuro e di Paese sicuro è legata a convenzioni internazionali, che attualmente non sono state tutte sottoscritte dalla Libia".
Parole non da poco visto che l'ostracismo del governo italiano alle navi umanitarie nasce proprio dal loro rifiuto di riportare i migranti in Libia.Aggiunge il ministro Moavero: " Noi dobbiamo mantenere forte e intensificare il nostro impegno affinché la normalizzazione della Libia porti questo Paese pienamente nell'alveo della comunità internazionale, con il rispetto dei diritti umani e dei diritti fondamentali".
Alessandra Ziniti
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