L'Accordo il 16 settembre scorso porterà beneficio all'intero Corno d'Africa: si apre una fase di rinnovato dialogo. È un Accordo di Pace storico quello firmato da Etiopia ed Eritrea il 16 settembre scorso. Ha provocato un sussulto nell'Africa intera e nel mondo perché è una svolta epocale, che potrebbe portare enormi benefici. L'Italia e la comunità internazionale devono riconoscerne l'importanza e sostenerlo, questo accordo, e accompagnarlo nella sua evoluzione.
Gli esiti del processo non sono scontati, date le recenti violenze ad Addis Abeba, ma le opportunità restano grandissime per lo sviluppo dei due paesi. La società civile, ad esempio, potrebbe essere più libera di esprimersi e di emergere, e quindi di smuovere le risorse umane con iniziative, creatività e innovazione, creando "futuro" per le nuove generazioni e per gruppi vulnerabili come le donne.
Sul piano politico, va sottolineato che capovolgendo radicalmente la storica posizione di Addis Abeba, il Premier etiope si è fatto promotore della revoca delle sanzioni verso l'Eritrea, che verrà valutata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu nei prossimi mesi.
Ma è l'intero Corno d'Africa a trarre beneficio: si apre una fase di rinnovato dialogo tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Storica la visita ad Asmara di Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo, primo Capo di Stato somalo a recarsi in Eritrea dalla sua indipendenza nel 1991. Anche le dinamiche tra Eritrea e Gibuti potrebbero migliorare.
Nuovo impulso deriverà dall'accordo nei rapporti commerciali, delle comunicazioni e dei trasporti come previsto dalle intese tra i due paesi, consapevoli che tali rapporti sono fondamentali perché i dividendi della pace possano diffondersi a tutte le popolazioni del Corno, sfruttando l'effetto traino dell'economia dell'Etiopia che nel 2017 è stato il paese a più alta crescita del mondo. Sono ripresi i voli commerciali tra i due Paesi, sono state riaperte frontiere e ambasciate, navi etiopi hanno iniziato a usare il porto eritreo di Massaua. I Paesi rivieraschi del Mar Rosso, la Turchia, la Cina, la Russia, gli Usa e alcuni attori europei talvolta in ordine sparso hanno intensificato le loro attività nell'area. L'Ue potrebbe avere grande influenza.
L'Italia intrattiene rapporti di amicizia storici con Etiopia ed Eritrea. Una continuità storica confermata ad esempio dalle due grandi scuole italiane statali ad Addis Abeba e ad Asmara in cui crescono i figli dei due paesi. Nel Corno l'Italia già esercita un ruolo di primo piano (spesso fuori dai riflettori mediatici) nella sicurezza marittima, in Somalia, nella partnership a tutto campo con l'Etiopia, con una base militare logistica a Gibuti. Molte le imprese commerciali italiane in Etiopia, e forte è il potenziale incremento, per il nuovo assetto che potrebbe portare più investimenti esteri nella regione e una loro progressiva integrazione economica con la Free Trade Area.
Potremmo investire di più in tanti settori, dall'agro-industria alla pesca, al turismo, alle energie alternative e altro. Importantissime sono le iniziative di cooperazione allo sviluppo: nel biennio 2017-2018 l'Italia ha donato oltre 81 milioni di euro per interventi di sviluppo e umanitari in Etiopia, Somalia ed Eritrea, e ha erogato crediti di aiuto all'Etiopia pari a 47 milioni di euro. Gli stanziamenti potrebbero aumentare, anche in funzione della stabilizzazione della regione.
Etiopia ed Eritrea manifestano il desiderio di maggiore presenza italiana, per le specificità e la qualità del modello italiano in tutti i campi.
Il premier etiope Abiy Ahmed e il presidente Isaias Afwerki hanno saputo cogliere il nuovo senso della storia, superando perfino la questione dei confini territoriali, per lasciar spazio ad un'Africa globalizzata, che per noi costituisce un partner strategico prioritario perché è un continente di risorse, nonostante le sfide. Celebrare la pace tra Etiopia ed Eritrea, sostenerla, annunciarla con gioia, non è solo un dovere, ma costituisce un impegno a lungo termine per la costruzione di uno sviluppo condiviso sostenibile nel lungo periodo, con sicuro beneficio per tutti.
Emanuela Del Re
Ma è l'intero Corno d'Africa a trarre beneficio: si apre una fase di rinnovato dialogo tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Storica la visita ad Asmara di Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo, primo Capo di Stato somalo a recarsi in Eritrea dalla sua indipendenza nel 1991. Anche le dinamiche tra Eritrea e Gibuti potrebbero migliorare.
Nuovo impulso deriverà dall'accordo nei rapporti commerciali, delle comunicazioni e dei trasporti come previsto dalle intese tra i due paesi, consapevoli che tali rapporti sono fondamentali perché i dividendi della pace possano diffondersi a tutte le popolazioni del Corno, sfruttando l'effetto traino dell'economia dell'Etiopia che nel 2017 è stato il paese a più alta crescita del mondo. Sono ripresi i voli commerciali tra i due Paesi, sono state riaperte frontiere e ambasciate, navi etiopi hanno iniziato a usare il porto eritreo di Massaua. I Paesi rivieraschi del Mar Rosso, la Turchia, la Cina, la Russia, gli Usa e alcuni attori europei talvolta in ordine sparso hanno intensificato le loro attività nell'area. L'Ue potrebbe avere grande influenza.
L'Italia intrattiene rapporti di amicizia storici con Etiopia ed Eritrea. Una continuità storica confermata ad esempio dalle due grandi scuole italiane statali ad Addis Abeba e ad Asmara in cui crescono i figli dei due paesi. Nel Corno l'Italia già esercita un ruolo di primo piano (spesso fuori dai riflettori mediatici) nella sicurezza marittima, in Somalia, nella partnership a tutto campo con l'Etiopia, con una base militare logistica a Gibuti. Molte le imprese commerciali italiane in Etiopia, e forte è il potenziale incremento, per il nuovo assetto che potrebbe portare più investimenti esteri nella regione e una loro progressiva integrazione economica con la Free Trade Area.
Potremmo investire di più in tanti settori, dall'agro-industria alla pesca, al turismo, alle energie alternative e altro. Importantissime sono le iniziative di cooperazione allo sviluppo: nel biennio 2017-2018 l'Italia ha donato oltre 81 milioni di euro per interventi di sviluppo e umanitari in Etiopia, Somalia ed Eritrea, e ha erogato crediti di aiuto all'Etiopia pari a 47 milioni di euro. Gli stanziamenti potrebbero aumentare, anche in funzione della stabilizzazione della regione.
Etiopia ed Eritrea manifestano il desiderio di maggiore presenza italiana, per le specificità e la qualità del modello italiano in tutti i campi.
Il premier etiope Abiy Ahmed e il presidente Isaias Afwerki hanno saputo cogliere il nuovo senso della storia, superando perfino la questione dei confini territoriali, per lasciar spazio ad un'Africa globalizzata, che per noi costituisce un partner strategico prioritario perché è un continente di risorse, nonostante le sfide. Celebrare la pace tra Etiopia ed Eritrea, sostenerla, annunciarla con gioia, non è solo un dovere, ma costituisce un impegno a lungo termine per la costruzione di uno sviluppo condiviso sostenibile nel lungo periodo, con sicuro beneficio per tutti.
Emanuela Del Re
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