Simbolo dell'accoglienza dei migranti, l'amministratore è stato messo ai domiciliari in un'inchiesta della procura di Locri. Divieto di dimora per la compagna. L'indagine riguarda i finanziamenti del Viminale e della Regione al Comune per i progetti destinati a rifugiati e richiedenti asilo e l'affidamento di un servizio senza gara d'appalto.
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, diventato un simbolo dell'accoglienza per i migranti, è stato arrestato dalla guardia di finanza, nell'ambito di un'operazione denominata 'Xenia'.
Le accuse per Lucano sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Come fa sapere la procura della Repubblica di Locri in una nota, "i finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito, alle prime luci dell'alba, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di 'Mimmo' Lucano, sindaco del Comune di Riace e il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell'ambito dell'operazione denominata 'Xenia'".
A quanto si è appreso, il provvedimento cautelare è la conseguenza delle indagini coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. In agosto, per protesta contro i tagli e i ritardi nell'erogazione dei fondi del ministero destinati al Comune di Riace il sindaco aveva attuato iniziative di protesta e uno sciopero della fame.
Non si sa se si tratti della stessa indagine, ma un anno fa la procura di Locri aveva iscritto Lucano nel registro degli indagati con le ipotesi di concussione e truffa: in quell'occasione, la procura gli contestava il sistema dei bonus e delle borse lavoro assegnati al di fuori delle regolari procedure.
A quanto si è appreso, il provvedimento cautelare è la conseguenza delle indagini coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. In agosto, per protesta contro i tagli e i ritardi nell'erogazione dei fondi del ministero destinati al Comune di Riace il sindaco aveva attuato iniziative di protesta e uno sciopero della fame.
Non si sa se si tratti della stessa indagine, ma un anno fa la procura di Locri aveva iscritto Lucano nel registro degli indagati con le ipotesi di concussione e truffa: in quell'occasione, la procura gli contestava il sistema dei bonus e delle borse lavoro assegnati al di fuori delle regolari procedure.
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