Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, Mauro Palma, esprime forte preoccupazione per il picco raggiunto dai suicidi di persone private della libertà: 53 detenuti e detenute si sono tolti la vita a partire dall’inizio dell’anno, di cui due nelle ultime 24 ore negli Istituti di Palermo-Pagliarelli e di Velletri.
Anche tenendo conto dell’incremento della popolazione carceraria verificatosi negli ultimi mesi, si tratta comunque di un numero allarmante. Da un lato perché supera già quello complessivo dei suicidi avvenuti lo scorso anno. E dall’altro perché alcune categorie di detenuti, come le donne o i cittadini stranieri, hanno visto crescere notevolmente il numero di suicidi, sempre rispetto al 2017.
Pur considerando le difficoltà di ricondurre eventi del genere a un’unica matrice e posto che la privazione della libertà personale inevitabilmente causa notevole sofferenza nella persone coinvolte, compito dello Stato, che dispone secondo la Legge quella stessa privazione, è fare il possibile per ridurre il rischio che la persona in questione non veda alternative rispetto a quella di porre tragicamente fine alla propria esistenza.
Pur considerando le difficoltà di ricondurre eventi del genere a un’unica matrice e posto che la privazione della libertà personale inevitabilmente causa notevole sofferenza nella persone coinvolte, compito dello Stato, che dispone secondo la Legge quella stessa privazione, è fare il possibile per ridurre il rischio che la persona in questione non veda alternative rispetto a quella di porre tragicamente fine alla propria esistenza.
Pertanto, il Garante nazionale invita l’Amministrazione penitenziaria a continuare a tenere alta l’attenzione nei confronti dell’emergenza suicidi e dichiara la propria disponibilità a lavorare insieme su questo tema, con tutta la riservatezza necessaria, anche al fine di evitare fenomeni di emulazione.
Comprendere se tale scelta estrema si realizzi maggiormente in alcuni ambienti o in alcune fasi della detenzione potrebbe offrire elementi utili per prevenirla, mettendo in campo azioni mirate.
Comprendere se tale scelta estrema si realizzi maggiormente in alcuni ambienti o in alcune fasi della detenzione potrebbe offrire elementi utili per prevenirla, mettendo in campo azioni mirate.
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