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mercoledì 7 novembre 2018

Il mondo cattolico insorge, appello ai senatori, il decreto porterà un aumento di migranti illegali, non ostacolare l'integrazione

Il Messaggero
Città del Vaticano - Il mondo del volontariato cattolico è sul piede di guerra per la conversione in legge del decreto sicurezza che introduce nella sua prima parte radicali cambiamenti nella disciplina dell'asilo, dell'immigrazione e della cittadinanza. 


In un comunicato firmato da Sant'Egidio, Acli, Caritas, Centro Astalli, Fcei e Centro Giovanni XXIII viene fatto notare che la cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari (pensato nella previgente disciplina come clausola generale) al posto di un ristretto numero di permessi di soggiorno per casi speciali «necessiterebbe - scrivono le associazioni - di alcune misure aggiuntive rispetto alle previsioni del decreto-legge, che siano idonee a rendere tale passaggio meno traumatico».
Alla data odierna circa 140.000 persone titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari rischiano di cadere o di ricadere in una condizione di irregolarità del soggiorno che li esporrà al rischio di povertà estrema, di marginalità e di devianza.
«Riguardo alla nuova disciplina dei permessi di soggiorno per casi speciali, esprimiamo preoccupazione per il fatto che tali permessi di soggiorno sono configurati come autorizzazioni estremamente precarie, quasi sempre non rinnovabili e non convertibili, ad esempio, in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Questo significa che successivamente al primo anno di applicazione della nuova disciplina, molti tra coloro che oggi stanno per prendere un permesso di soggiorno lo perderanno, diventando irregolari».

Secondo il mondo dell'associazionismo cattolico si va dunque generando, in nome della sicurezza, un inasprimento della disciplina del soggiorno che aumenterà la propensione all'illegalità e renderà più fragile la coesione sociale anche per le famiglie italiane, mentre per le imprese diverrà più difficile reperire legalmente mano d'opera giovane e motivata, ad esclusivo vantaggio dei pochi imprenditori disonesti e della criminalità organizzata».

La Chiesa continua a insistere che occorre favorire al «massimo l’integrazione e non avventurarsi in norme che rischiano di allargare l’irregolarità». Infine un appello ai parlamentari: «perché si adoperino, in queste ultime e brevi ore di dibattito parlamentare, a migliorare le norme sottoposte al loro scrutinio. Per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene aumentare l’irregolarità ma rafforzare i percorsi di integrazione».

Franca Giansoldati

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