Il paese più giovane del mondo ha deciso di puntare sulla pena più antica. Dal 2011, anno dell'indipendenza, i tribunali del Sud Sudan hanno emesso almeno 140 condanne a morte, 32 delle quali eseguite mediante impiccagione.
Quest'anno le condanne eseguite sono state sette, di cui una nei confronti di un minorenne al momento del reato. Amnesty International teme che 135 prigionieri - su una popolazione complessiva nel braccio della morte di 342 condannati - siano a rischio imminente di esecuzione, tra la fine dell'anno e il prossimo.
La Direzione generale del Servizio nazionale delle prigioni ha ordinato infatti il loro trasferimento nelle carceri centrali di Wau e Giuba, dove si eseguono solitamente le condanne a morte.
La Direzione generale del Servizio nazionale delle prigioni ha ordinato infatti il loro trasferimento nelle carceri centrali di Wau e Giuba, dove si eseguono solitamente le condanne a morte.
Tra coloro che rischiano l'impiccagione ci sono un ragazzo ora 16enne e una donna in fase di allattamento. Lo scorso anno erano state eseguite quattro condanne a morte, due delle quali nei confronti di minorenni al momento del reato.
La pena di morte è prevista per un'ampia serie di reati: omicidio, terrorismo, banditismo, insurrezione, sabotaggio, falsa testimonianza che determina l'esecuzione dell'incolpato, tradimento e traffico aggravato di droga.
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